da Roma
Prima la campagna lanciata dal Foglio e da Avvenire per una moratoria sull’aborto. E ora l’affondo del presidente della Conferenza episcopale italiana che auspica una modifica della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Il cardinale Angelo Bagnasco, intervistato dal Corriere della Sera, parte da un presupposto: il progresso scientifico in materia di vita umana. E, in relazione a questo, si augura una modifica che favorisca l’applicazione di quelle parti della legge 194 che promuovono la tutela della vita del nascituro. Sulla proposta di moratoria dell’aborto, il cardinale non ha dubbi: è un chiaro e forte richiamo per la tutela e la promozione della vita umana. La speranza è quindi che la richiesta trovi accoglienza nelle sedi istituzionali.
L’opinione dell’alto prelato non può che far salire l’onda delle reazioni in entrambi gli schieramenti politici. Se per l’azzurra Isabella Bertolini «la posizione di monsignor Bagnasco è condivisibile perché è seria e non vuole stravolgere nulla», per la sua compagna di partito, Chiara Moroni, la Cei non deve condizionare il Parlamento. Contrario ai cambiamenti è il ministro Antonio Di Pietro che sul suo blog scrive: «Per me la donna non dovrebbe ricorrere all’aborto ma non pretendo che le mie scelte prevalgano sulle decisioni di altre persone. Ritengo che la 194, pur con le sue imperfezioni, non debba essere modificata, non ne vedo i presupposti». E se Manuela Palermi, capogruppo al Senato di Pdci-Verdi parla di «Chiesa crudele», Pierluigi Bersani auspica una maggiore disciplina dentro il Pd. «Sul tema dell’aborto quando avremo allestito un partito che decide, bisognerà dire una parola chiara».
Chi usa i toni più duri è forse il socialista Enrico Boselli. «Bagnasco ha rotto gli indugi e sulla legge 194 ha posto le premesse per una vera e propria guerra santa. A questa deriva integralista devono reagire tutti i partiti italiani compresi quelli che fanno riferimento ai principi cristiani». A fare da contraltare alla furia anti-Bagnasco di Boselli è Lorenzo Cesa. «Appare opportuna l’apertura di un dibattito su possibili modifiche da apportare alla 194» dice il segretario dell’Udc. Questo non solo per le novità scientifiche sul tema della vita umana, ma anche per la nuova sensibilità della società italiana verso i temi etici». Cesa, ricordando i 4 milioni di aborti degli ultimi 30 anni, chiede di «applicare subito le norme della 194 a tutela del nascituro».
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