Politica

Abruzzo, blitz in Consiglio per 84 nomine

Claudia B. Solimei

da Bologna

Le ruspe mandate dal sindaco di Bologna Sergio Cofferati, accompagnate dalla forze dell'ordine, ma senza alcuna presenza dei servizi sociali, sono arrivate alle 7 di ieri mattina. Alle 7.10 la crisi politica con le forze della sinistra radicale, Rifondazione, Verdi, Comunisti italiani, era già nell'aria. Ma non solo, visto che reazioni negative sono arrivate anche dalla vicesindaco Adriana Scaramuzzino, della Margherita, già critica sul caso dei lavavetri, e dall'assessore Maurizio Zamboni che, pur essendo del Prc, fino a ieri non si era mai messo di traverso al primo cittadino.
Tutto questo mentre 17 romeni clandestini, otto uomini e tredici donne, alcune con bambini, venivano allontanati dalle baracche sul Lungoreno, nella periferia ovest della città da due anni al centro delle cronache per la presenza di insediamenti abusivi. Altre decine di persone erano già scappate.
Dieci ore dopo l'inizio dello sgombero, al termine di un vertice convocato d'urgenza in Comune, Prc, Verdi, Comunisti italiani e Il Cantiere (Lista Di Pietro) avevano messo nero su bianco un documento durissimo nei confronti del Cinese: «Crediamo che queste scelte siano sbagliate e dannose. Da oggi in poi, sulle politiche sociali per gli immigrati, ci sentiamo liberi di agire autonomamente». Cosa significa questa presa di posizione lo spiega il segretario provinciale del Prc, Tiziano Loreti: «Noi restiamo nella maggioranza, perché vogliamo cambiare quello che non va e stando all'interno siamo più forti. Ma la prossima volta ci metteremo davanti alle ruspe». Rifondazione, insomma, uscita bastonata dalla primarie dell'Unione, si sente assediata e minacciata ma non ci sta a farsi cacciare dalla maggioranza e lancia un ultimatum, fermo restando la possibilità di votare contro determinate decisioni della giunta. Posizione confermata dal capogruppo alla Camera del Prc, Franco Giordano: «Lavoreremo in un grande fronte interno per far cambiare la politica al sindaco Cofferati».
Di questa autonomia si avrà già oggi una dimostrazione: contro le ruspe del sindaco, infatti, i partiti dell'estrema sinistra parteciperanno a un presidio a cui ci saranno anche i no global e i sindacati di base, che hanno ironicamente definito «rusposte» quelle del primo cittadini ai problemi dell'immigrazione.
Ma non è tutto. Come già nel caso dei lavavetri, l'estremo decisionismo di Cofferati ha messo in difficoltà la sua vicesindaco, che non era stata informata dello sgombero, su cui pure stava lavorando avendo la delega ai Servizi sociali. «Sono provata, preferisco non rispondere» ha tagliato corto Scaramuzzino con chi le chiedeva cosa stava accadendo in città. «Preferisco lavorare affinché siano integrati i vari pezzi dell'azione amministrativa in modo più efficace ed efficiente», ha poi aggiunto polemicamente. La Margherita di Bologna ha espresso pieno sostegno alle difficoltà della vicesindaco, criticando l'esclusione dei servizi sociali.
Musica simile quella suonata dall'assessore Zamboni: «In questa e altre occasioni sembra venir meno quella collegialità della giunta che dovrebbe essere una risorsa per tutti e non un ostacolo all'esercizio delle competenze di ognuno» ha detto l'uomo del Prc in giunta.
Il Cinese, però, che ha anche la delega alla sicurezza, tira dritto e rivendica la solitudine della decisione presa: lo sgombero di ieri non doveva riguardare famiglie, ha spiegato, ma solo donne e uomini adulti. In realtà, tra le perosne allontanate c'erano anche quattro madri con alcuni bambini, che sono state rilasciate, ma senza alcun ulteriore aiuto da parte del Comune. Già oggi, comunque, altre ruspe potrebbe entrare in azione in altre zone del Lungoreno.
Nell'ennesima polemica tra il sindaco e i suoi alleati, si registra però questa volta una novità: non tutta l'opposizione di centrodestra, infatti, ha applaudito allo sgombero. «È inaccettabile senza l'intervento dei servizi sociali» ha affermato il capogruppo azzuro in Comune, Daniele Carella.

Di diverso avviso la Lega, che pare non avere dubbi: «Cofferati? È meglio di Guazzaloca».

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