Accordo per vietare le cluster bomb: ma Usa, Russia e Cina non firmano

Storico accordo a Oslo tra oltre cento Paesi contro la produzione e l'utilizzo delle bombe a grappolo responsabili della morte di 100mila persone nel mondo (più di un quarto bambini). Ma il no dei grandi produttori "azzoppa" l'intesa

Accordo per vietare le cluster bomb: 
ma Usa, Russia e Cina non firmano

Oslo - Cento Paesi per vietare le bombe a grappolo. Più di un centinaio di nazioni a Oslo hanno avviato il processo di firma di un trattato che vieta le cluster bomb. Alla cerimonia per la firma (che si concluderà domani) non partecipano i maggiori produttori di questi ordigni: Stati Uniti, Russia e Cina. "Il mondo è un luogo più sicuro oggi - ha detto il copresidente della Coalizione contro le bombe a grappolo, organizzazione che raccoglie circa 300 ong, Richard Moyes -. È l’accordo umanitario più importante dell’ultimo decennio". Tra i paesi firmatari ci sono Francia, Gran Bretagna, Germania e Canada. L’accordo, firmato anche dall’Italia, mette al bando la produzione, l’utilizzo, lo stoccaggio e il commercio delle bombe a grappolo e obbliga i firmatari ad aiutare i Paesi e le persone vittime di questi ordigni.

Il flagello Le cluster bomb possono contenere diverse centinaia di piccole bombe che si disperdono su di un vasto perimetro, ma non esplodono tutte, trasformandosi di fatto in mine antiuomo, proibite dalla Convenzione di Ottawa del 1997. Secondo Handicap International, circa 100mila persone, il 98% civili, sono state uccise o mutilate in tutto il mondo dal ’65 per l’esplosione di bombe a grappolo. Più di un quarto delle vittime sono bambini, attirati dalla forma e dal colore dei piccoli ordigni. Il paese più colpito al mondo da questi ordigni è il Laos, che oggi è stato il secondo a firmare il trattato, dopo la Norvegia padrona di casa. Fra il ’64 e il ’73, l’aviazione Usa scaricò sul territorio laotiano 260 milioni di cluster bomb.

Firma zoppa L’efficacia del trattato di Oslo è fortemente limitata dalla mancata firma dei principali produttori e utilizzatori di questi ordigni: Stati Uniti, Russia, Cina, Israele, India, Pakistan.

Il dipartimento di stato Usa ha spiegato ieri che non firmerà perché "una proibizione delle bombe a grappolo formulata in maniera così generale metterà in pericolo le vite dei nostri uomini e delle nostre donne e quelle dei nostri partner nella coalizione".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica