"Martello di mezzanotte". L'America attacca l'Iran. Teheran: "Basi Usa saranno obiettivo legittimo". Trump: "Perché non un cambio di regime?" | Diretta

La risposta da parte di Teheran non si è fatta attendere: “La guerra è iniziata”, minacciano i Guardiani della Rivoluzione

"Martello di mezzanotte". L'America attacca l'Iran. Teheran: "Basi Usa saranno obiettivo legittimo". Trump: "Perché non un cambio di regime?" | Diretta

Non due settimane, bensì poche ore. Tanto è durata l'attesa per l'attacco Usa all'Iran. Nella notte italiana, il presidente statunitense Donald Trump ha confermato la partecipazione diretta degli Stati Uniti all’attacco contro tre impianti nucleari iraniani: Fordow, Natanz ed Esfahan. “Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano. Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow. Tutti i velivoli stanno rientrando sani e salvi. Congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani. Nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare questo. Ora è il momento della pace”, ha scritto Trump, definendo l’operazione un successo.

A condurre l’attacco i bombardieri stealth B-2 Spirit dell’Aeronautica statunitense in grado di trasportare la Massive Ordnance Penetrator (MOP) — la bomba bunker-buster di profondità di cui solo gli Stati Uniti dispongono — sono decollati sabato dalla base di Whiteman, nel Missouri, in direzione della base aerea di Guam, nell’Oceano Pacifico, da cui sarebbe stata condotta l’operazione.

Il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti rappresenta un salto significativo nella crisi mediorientale, dopo l’attacco iniziale israeliano avvenuto giovedì contro le installazioni nucleari iraniane. La risposta da parte di Teheran non si è fatta attendere: “La guerra è iniziata”, miancciano ora i Guardiani della Rivoluzione iraniana, a conferma che il conflitto ora ha assunto una dimensione apertamente bilaterale.

23:30 - Trump e Starmer: “L’Iran non deve mai ottenere l’arma nucleare”

In una telefonata ufficiale resa nota da Downing Street, il presidente statunitense Donald Trump e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno discusso della crescente crisi in Medio Oriente, esprimendo forte preoccupazione per il programma nucleare iraniano. I due leader hanno ribadito che all’Iran non deve essere mai permesso di dotarsi di un’arma nucleare e hanno condiviso l’urgenza di un ritorno immediato di Teheran al tavolo dei negoziati. Hanno inoltre discusso delle recenti azioni militari statunitensi, definite parte di uno sforzo per ridurre la minaccia alla sicurezza internazionale.

23:06 - Trump rilancia: “Se Teheran non sa rendere l’Iran grande, perché non un cambio di regime?”

In un nuovo post su Truth Social, Donald Trump torna ad alzare i toni contro la leadership iraniana, suggerendo apertamente un possibile cambio di regime. “So che non è politicamente corretto usare questo termine, ma se il regime attuale non è in grado di rendere l’Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio?”, ha scritto il presidente Usa, coniando anche un nuovo slogan: MIGA – Make Iran Great Again.

22:56 - Trump rivendica la precisione dei raid. Cina, Russia e Pakistan chiedono il cessate il fuoco all’ONU

Il presidente Donald Trump ha esaltato l’esito dell’operazione militare contro i siti nucleari iraniani, scrivendo su Truth Social che “i danni sono stati monumentali” e che i raid hanno colpito con “precisione e forza”, lodando l’abilità dei militari statunitensi.

Intanto, durante la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Cina, Russia e Pakistan hanno presentato una bozza di risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato tra Iran, Israele e Stati Uniti, la tutela dei civili e il rispetto del diritto internazionale. L’ambasciatore cinese Fu Cong ha accusato Washington di violare la Carta delle Nazioni Unite e la sovranità dell’Iran, contribuendo all’escalation regionale e indebolendo il regime globale di non proliferazione nucleare.

22:45 - Fonti israeliane: “Pronti a chiudere l’incidente se Khamenei ferma l’escalation”

Fonti governative israeliane, citate da Ynet News, hanno fatto sapere che Tel Aviv è pronta a interrompere le operazioni militari contro l’Iran qualora la leadership iraniana decidesse di porre fine all’escalation. “Se domani Khamenei smette di sparare e dichiara di voler chiudere l’incidente, lo accetteremo”, hanno riferito le fonti, lasciando aperta la porta a una possibile de-escalation.

22:30 - Aiea: “Crateri a Fordow compatibili con bombe anti-bunker USA”. Netanyahu: “Successi in Iran aiutano la campagna a Gaza”

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha confermato al Consiglio di Sicurezza ONU che nel sito nucleare di Fordow sono visibili crateri compatibili con l’impiego di munizioni penetranti americane. Tuttavia, ha precisato, al momento non è possibile valutare i danni reali subiti dalla struttura sotterranea.

Intanto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha collegato i raid contro l’Iran al conflitto in corso a Gaza. “L’operazione in Iran ci sta aiutando a raggiungere i nostri obiettivi anche a Gaza”, ha dichiarato in conferenza stampa, ribadendo l’impegno a sconfiggere Hamas e riportare a casa gli ostaggi israeliani.

22:02 - Tajani: “Basi italiane non coinvolte nei raid USA contro l’Iran” – Guterres: “Rischio spirale di ritorsioni”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha escluso il coinvolgimento dell’Italia nei recenti attacchi statunitensi contro l’Iran. “Non ci è stato chiesto di utilizzare le basi italiane, e non sono state impiegate nella missione”, ha dichiarato durante un’intervista su Rete4. Tajani ha anche rassicurato sulle condizioni del contingente italiano nella regione, composto da circa 2.500 militari, spiegando che solo una parte del personale è stata spostata da Baghdad per precauzione, senza segnali di minacce imminenti.

Nel frattempo, il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha lanciato un nuovo allarme durante la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza. Condannando ogni escalation militare, ha parlato di “svolta pericolosa in una regione già provata” e ha avvertito del rischio concreto di entrare in un ciclo incontrollabile di ritorsioni.

21:50 - Il ministro degli Esteri iraniano Araghchi a Mosca per colloqui con Putin

Il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, è giunto a Mosca per incontrare il presidente Vladimir Putin e altri vertici del governo russo. Lo riferisce l’agenzia ufficiale Irna, secondo cui al centro dei colloqui vi saranno gli sviluppi regionali e internazionali dopo gli attacchi statunitensi e israeliani contro l’Iran, definiti da Teheran “un’aggressione militare”.

21:40 - Guterres al Consiglio di Sicurezza: “Non rinunciamo alla pace, serve subito un ritorno alla diplomazia”

Durante la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza ONU convocata su richiesta dell’Iran, il segretario generale Antonio Guterres ha lanciato un appello urgente alla distensione. “Non possiamo e non dobbiamo rinunciare alla pace”, ha dichiarato, sollecitando un’immediata cessazione delle ostilità e un ritorno a negoziati seri e duraturi sul programma nucleare iraniano. Guterres ha chiesto una soluzione verificabile, con pieno accesso agli ispettori dell’Agenzia ONU, e ha messo in guardia contro il rischio di una guerra più ampia: “Abbiamo due strade davanti, sappiamo qual è quella giusta”.

21:22 - Israele colpisce ancora in Iran. Netanyahu: “Si aprono nuove opportunità di pace”

L’Aeronautica israeliana ha lanciato una nuova ondata di attacchi contro obiettivi militari iraniani a Teheran e nell’ovest del Paese, secondo quanto comunicato dalle Forze di difesa israeliane. Nelle stesse ore, l’agenzia AFP aveva già segnalato forti esplosioni nella zona nord della capitale iraniana. In una conferenza stampa preregistrata, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’operazione apre a sviluppi inaspettati: “Vedo un’enorme espansione degli accordi di pace e collaborazioni che oggi sembrano immaginarie, ma che potrebbero presto diventare realtà. Il futuro è fatto di speranza, cooperazione e pace”.

20:40 - Teheran minaccia ritorsioni contro le basi USA: “Obiettivi legittimi”

L’Iran avverte che prenderà di mira qualsiasi base americana coinvolta negli attacchi contro il suo territorio. “Ogni Paese nella regione o altrove utilizzato dalle forze statunitensi per colpire l’Iran sarà considerato un obiettivo legittimo”, ha dichiarato Ali Akbar Velayati, consigliere della Guida Suprema Ali Khamenei, citato dall’agenzia Irna.

Intanto, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha ribadito in un colloquio con Emmanuel Macron la ferma condanna dell’operazione statunitense, definendola un’aggressione militare. Pur confermando la disponibilità al dialogo, ha accusato Washington di voler imporre una resa politica. I raid israeliani contro infrastrutture militari iraniane intanto proseguono.

20:30 - Trump: “Raid un successo spettacolare”. Pezeshkian: “L’Iran non si piegherà al bullismo”

Il presidente Donald Trump ha definito “uno spettacolare successo” l’attacco contro i tre siti nucleari iraniani, replicando alle critiche interne, tra cui quella del deputato repubblicano Thomas Massie che ha contestato la costituzionalità dell’operazione. Secondo una fonte israeliana citata dal Times of Israel, il primo ministro Netanyahu era stato informato almeno 24 ore prima del raid.

Nel frattempo, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha condannato l’attacco in una telefonata con Emmanuel Macron, definendolo un’aggressione militare alla quale Teheran risponderà con fermezza. Ha ribadito l’apertura dell’Iran al dialogo nel rispetto del diritto internazionale, ma ha accusato gli Stati Uniti di pretendere una resa politica sotto minaccia militare. I raid israeliani contro obiettivi militari in Iran proseguono.

20:00 - Teheran, manifestazioni in piazza contro gli attacchi USA: presente anche il presidente Pezeshkian

Centinaia di persone si sono radunate in piazza Enqelab, nel centro di Teheran, per protestare contro i raid statunitensi. Secondo quanto riportato dall’agenzia Fars, i manifestanti hanno sventolato bandiere nazionali e innalzato slogan come “Abbasso gli Usa, abbasso Israele” e “L’Iran è la nostra patria, la sua bandiera il nostro sudario”. Le immagini mostrano anche pugni alzati in segno di sfida. Tra i presenti, anche il presidente Masoud Pezeshkian, che si è unito alla folla in segno di solidarietà.

19:36 - Raid israeliani nel centro dell'Iran: uccisi 9 Pasdaran. Esplosioni anche a nord di Teheran

Almeno nove membri dei Guardiani della Rivoluzione iraniani sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano nella città di Yazd, nell’Iran centrale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Tasnim, secondo cui tra le vittime si contano sette membri effettivi del Corpo dei Pasdaran e due coscritti. Altri militari sarebbero rimasti feriti. Secondo la stessa fonte, l’attacco ha colpito due centri militari, definiti “obiettivi dell’aggressione del barbaro regime sionista e dei suoi mercenari”.

Intanto, mentre prosegue l’escalation tra Israele e Iran e dopo i recenti raid statunitensi contro siti nucleari, l’agenzia AFP segnala nuove esplosioni nella zona nord di Teheran, senza che al momento siano disponibili ulteriori dettagli.

19:10 - Teheran accusa: “Diplomazia tradita dagli USA”. Shamkhani: “La partita non è chiusa”

Dopo i bombardamenti statunitensi contro i principali siti nucleari iraniani, da Teheran arriva una dura condanna dell’amministrazione Trump. Il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baqaei, ha accusato gli Stati Uniti di aver “tradito la diplomazia”, sottolineando che Washington e Israele dovranno assumersi la responsabilità dell’escalation. In un’intervista alla CNN, Baqaei ha denunciato il “bullismo globale” della Casa Bianca, ribadendo al tempo stesso che “la diplomazia non muore mai” e che la Repubblica Islamica manterrà il diritto alla legittima difesa.

A farsi sentire è anche Ali Shamkhani, consigliere della Guida Suprema Ali Khamenei ed ex capo del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, rimasto ferito nei primi giorni del conflitto. In un nuovo messaggio su X, Shamkhani ha avvertito che la distruzione fisica degli impianti nucleari non rappresenta la fine della partita: “Restano materiale arricchito, conoscenze e volontà politica”. Ha inoltre rilanciato la sfida sul piano strategico: “Ora l’iniziativa spetta a chi sa giocare con intelligenza ed evitare attacchi alla cieca. Le sorprese continueranno”.

18:30 - Rubio: “Centrali nucleari sì, ma senza arricchimento. L’offerta a Teheran è ancora valida”

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha ribadito che gli Stati Uniti sono pronti a consentire all’Iran di sviluppare un programma nucleare civile, purché privo di attività di arricchimento dell’uranio. Intervistato da Fox News dopo i raid contro i siti nucleari iraniani, Rubio ha dichiarato: “Se l’Iran vuole davvero energia nucleare per uso civile, c’è un modo per farlo. L’offerta è ancora sul tavolo e siamo disposti a parlarne anche domani”. Il segretario ha sottolineato che molti Paesi producono elettricità da reattori senza dover arricchire uranio, lasciando quindi a Teheran la responsabilità di una scelta che definisce “molto semplice”.

18:07 - Fordow gravemente danneggiato, ma non distrutto: restano dubbi sull'efficacia del raid

Il sito nucleare iraniano di Fordow, colpito dalle bombe bunker buster sganciate dai B-2 americani, ha subito danni significativi ma non risulta completamente distrutto. Lo riferiscono due fonti israeliane al New York Times, secondo cui Teheran avrebbe potuto evacuare parte dell’equipaggiamento, incluso l’uranio arricchito, prima dell’attacco. Una valutazione analoga arriva da un alto funzionario dell’amministrazione statunitense, che definisce la struttura “gravemente danneggiata” e “fuori uso”, pur ammettendo che anche un numero elevato di bombe potrebbe non essere sufficiente a demolire del tutto una base così fortificata.

18:00 - Iran chiede l'intervento dell'Onu, mentre negli USA scoppia la polemica politica

Teheran ha chiesto una risposta immediata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro quella che definisce una “violazione spaventosa del diritto internazionale” da parte degli Stati Uniti, dopo i raid contro i suoi siti nucleari. L’Iran avverte che il silenzio della comunità internazionale rischia di alimentare un'escalation senza precedenti. Una riunione d’emergenza è stata convocata per le 21 (ora italiana).

Negli Stati Uniti, intanto, monta la polemica interna: secondo la CNN, i leader democratici del Congresso non sono stati informati in anticipo dell’operazione, diversamente dai colleghi repubblicani. Il senatore Mark Warner ha accusato l’amministrazione Trump di aver agito senza consultare il Congresso né spiegare gli obiettivi strategici. I repubblicani, invece, difendono la rapidità dell'intervento come necessaria. Trump ha intanto rivendicato “grande unità” nel partito e rilanciato il suo programma legislativo su Truth Social.

17:17 - Netanyahu al Muro del Pianto: preghiera per la guerra in Iran e per Trump

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è recato al Muro Occidentale di Gerusalemme, dove ha pregato insieme al Rabbino del sito per il successo delle operazioni militari contro l’Iran e per la salute del presidente statunitense Donald Trump. Durante il momento di raccoglimento, è stata letta una preghiera speciale in cui si loda il capo della Casa Bianca per aver assunto, secondo il testo, la responsabilità di “espellere il male e l’oscurità dal mondo”.

16:26 - Pentagono: l'operazione “Midnight Hammer” è stata la più vasta mai condotta con i B-2

Il generale Dan Caine, capo degli Stati maggiori riuniti, ha illustrato nel dettaglio l’operazione Midnight Hammer. Si è trattato del più imponente attacco mai realizzato con bombardieri stealth B-2, che hanno effettuato il volo operativo più lungo dal 2001, sganciando complessivamente 16 bombe bunker buster GBU. A supporto dell’operazione, un sottomarino ha lanciato oltre 24 missili Tomahawk contro obiettivi infrastrutturali nel sito di Isfahan.

L’attacco è iniziato nella notte tra venerdì e sabato. Parte dei B-2 ha seguito una rotta verso ovest con scalo a Guam, in un’azione diversiva volta a depistare l’intelligence iraniana. Altri velivoli hanno invece seguito una traiettoria più discreta verso est, con comunicazioni ridotte al minimo. Per eludere le difese iraniane, gli Stati Uniti hanno utilizzato aerei da caccia di quarta e quinta generazione come esche ad alta quota, mentre altri velivoli garantivano la copertura per l'ingresso sicuro dei bombardieri nei cieli iraniani.

Il primo attacco è avvenuto alle 18:40 ora di Washington (00:40 in Italia), con due GBU lanciate su Fordow. L’intera operazione si è conclusa entro mezz’ora, senza che gli aerei americani venissero intercettati o colpiti. Secondo il Pentagono, l’efficacia tattica e l’impatto strategico dell’operazione rappresentano un chiaro segnale della rinnovata capacità di proiezione militare statunitense.

16:17 - Israele colpisce nuovi obiettivi in Iran, riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza ONU

Le operazioni militari israeliane sul territorio iraniano proseguono con intensità. Le Forze di difesa israeliane hanno confermato, attraverso un comunicato diffuso su X, di aver condotto raid aerei su “decine di obiettivi militari” in diverse aree della Repubblica Islamica. Tra i siti colpiti figurano un centro di comando nella provincia di Yazd – da cui sarebbero stati lanciati circa 60 missili contro Israele – e strutture militari nelle regioni di Isfahan, Bushehr e Ahvaz.

Nel frattempo, su richiesta dell’Iran, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato convocato per oggi. La riunione straordinaria fa seguito all’attacco statunitense che ha preso di mira tre impianti nucleari iraniani con l’utilizzo di ordigni anti-bunker ad alto potenziale. La convocazione è stata confermata da fonti diplomatiche.

15:46 - Teheran valuta la chiusura dello Stretto di Hormuz. Vance: "Scelta suicida"

Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha affermato che i raid statunitensi contro i siti nucleari iraniani hanno ottenuto un risultato sostanziale nel frenare lo sviluppo dell’arsenale atomico di Teheran.

Nel frattempo, a Teheran, la tensione resta alta. Il generale Esmail Kowsari, membro della commissione Sicurezza nazionale del Majlis, ha reso noto che il Parlamento iraniano avrebbe concluso che lo Stretto di Hormuz debba essere chiuso in risposta agli attacchi. Tuttavia, la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale. Si tratterebbe di una mossa estremamente delicata, data l’importanza strategica dello Stretto: questo corridoio marittimo, che separa l’Iran dall’Oman, rappresenta un punto di passaggio vitale per gran parte delle esportazioni mondiali di petrolio e gas naturale liquefatto.

Vance ha commentato anche questa ipotesi, definendola “suicida” per l’Iran. Secondo il vicepresidente americano, un blocco dello Stretto danneggerebbe anzitutto l’economia iraniana, fortemente dipendente da quelle rotte, e aggraverebbe l’instabilità a livello globale. “Se vogliono autodistruggersi, è una loro scelta”, ha concluso, “ma non credo che una tale decisione abbia alcuna logica economica o strategica”.

14:48 - Hegseth: “Colpito il programma nucleare iraniano, non era un’operazione per il cambio di regime”

Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha descritto gli attacchi contro i siti nucleari iraniani come un’operazione mirata, volta a neutralizzare minacce dirette agli interessi nazionali degli Stati Uniti. In conferenza stampa, Hegseth ha chiarito che l’azione non aveva come obiettivo il rovesciamento del regime di Teheran, bensì l’annientamento delle capacità nucleari del Paese.Secondo il Pentagono, tutti i sistemi d’arma utilizzati hanno colpito con precisione gli obiettivi previsti, causando danni significativi alle infrastrutture critiche del programma nucleare iraniano. Il segretario alla Difesa ha definito l’operazione “un successo travolgente”, frutto di settimane di preparazione e posizionamento strategico.

Hegseth ha inoltre elogiato la leadership del presidente Donald Trump, sottolineando come l’intervento dimostri il ritorno della deterrenza americana sulla scena globale. Pur ribadendo che Washington auspica la pace, il capo del Pentagono ha ammonito l’Iran a prendere sul serio i segnali provenienti dalla Casa Bianca

14:00 - Pechino condanna l’attacco ai siti nucleari iraniani: “Grave violazione del diritto internazionale”

La Cina ha espresso una dura condanna contro l’attacco statunitense ai siti nucleari in Iran, definendolo una “grave violazione” della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. In una nota ufficiale pubblicata sul sito del ministero degli Esteri, Pechino ha criticato l’azione come un fattore di ulteriore destabilizzazione per il Medio Oriente, già scosso da settimane di escalation.

Tradizionalmente vicina a Teheran e attivamente impegnata nel tentativo di proporsi come mediatore regionale, la Cina ha invitato tutte le parti coinvolte, con un appello specifico rivolto a Israele, a cessare immediatamente le ostilità. Pechino ha ribadito il proprio sostegno al dialogo e alla diplomazia come uniche vie percorribili per contenere la crisi, confermando la disponibilità a collaborare con la comunità internazionale per favorire il ritorno della stabilità nella regione.

13:43 - Meloni: “Massima attenzione alla crisi mediorientale, l’Italia al lavoro per favorire il dialogo”

Di fronte al rapido deteriorarsi della situazione in Medio Oriente, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riunito d’urgenza, in videoconferenza, i vertici del governo e dell’intelligence per una valutazione complessiva degli sviluppi in corso.

In un messaggio pubblicato sui social, Meloni ha sottolineato che la crisi è oggetto di un monitoraggio costante da parte dell’esecutivo, con particolare attenzione alla sicurezza dei cittadini italiani presenti nell’area, in stretto coordinamento con la Farnesina. Il governo sta inoltre valutando le ricadute economiche e strategiche del conflitto, ribadendo il proprio impegno a promuovere una soluzione diplomatica e a favorire il ritorno delle parti al tavolo dei negoziati.

13:26 - La Turchia mette in guardia: “Rischio di escalation globale, serve il ritorno ai negoziati”

Ankara ha espresso forte preoccupazione per le possibili conseguenze dell’attacco statunitense contro gli impianti nucleari iraniani, definendolo un passo che potrebbe aggravare ulteriormente il conflitto in Medio Oriente e trascinarlo su scala globale. In una dichiarazione ufficiale diffusa dal ministero degli Esteri e riportata dall’agenzia Anadolu, la Turchia ha invitato tutte le parti coinvolte a evitare ulteriori atti ostili e a sospendere immediatamente le operazioni militari. Secondo il governo turco, l’unica via percorribile per risolvere la disputa sul programma nucleare iraniano resta quella diplomatica. Qualsiasi scenario alternativo – si sottolinea – comporterebbe il rischio concreto di un’escalation incontrollabile, con pesanti costi umani e distruzione diffusa nella regione.

12:48 - Mosca condanna i raid USA, i Pasdaran minacciano ritorsioni imprevedibili

Il ministero degli Esteri russo ha espresso una ferma condanna contro gli attacchi statunitensi in Iran, avvertendo che tali azioni rischiano di intensificare l’escalation e compromettere ulteriormente la stabilità regionale e globale. Intanto, i Guardiani della Rivoluzione iraniana hanno lanciato un avvertimento diretto, affermando che Teheran è pronta a reagire con misure che andranno oltre le aspettative degli aggressori. Le forze iraniane hanno annunciato che le contromosse saranno "deplorevoli", lasciando intendere la possibilità di una risposta militare non convenzionale.

12:30 - Teheran minaccia ritorsioni, Israele conferma il coordinamento con gli USA

A seguito dei raid statunitensi contro i principali impianti nucleari iraniani, il ministro Araghchi, ha dichiarato che l’Iran risponderà con “ogni mezzo necessario” per difendere la propria sovranità e la sicurezza nazionale. Parlando da Istanbul, ha definito l’attacco una violazione grave del diritto internazionale, affermando che l’Iran eserciterà il proprio diritto all’autodifesa fino a quando sarà necessario. Il ministro ha anche riferito di aver discusso con diversi colleghi della regione, rilevando preoccupazioni comuni e la disponibilità di alcuni a facilitare un processo di de-escalation. Tuttavia, secondo Teheran, la situazione attuale rende prioritario rispondere militarmente, senza escludere il dialogo in una fase successiva.

Nel frattempo, Israele ha confermato di aver coordinato strettamente l’operazione con Washington. Il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Effie Defrin, ha dichiarato che la cooperazione con l’esercito statunitense si è intensificata e che rimangono ancora obiettivi militari da colpire, segnalando la prosecuzione delle operazioni congiunte nella regione.

12:00 - Teheran accusa USA e Israele di aver fatto deragliare la diplomazia nucleare

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha accusato Stati Uniti e Israele di aver compromesso deliberatamente il percorso negoziale sul nucleare, preferendo l’escalation militare. Araghchi ha anche risposto alle richieste provenienti dalle capitali europee, secondo cui l’Iran dovrebbe "tornare al tavolo delle trattative", sostenendo che Teheran non si è mai ritirata dal negoziato e che, anzi, sono stati altri a disintegrarne le premesse con azioni unilaterali. Con l'attacco ai siti nucleari iraniani gli Usa "hanno varcato la linea rossa", ha detto il ministro degli Esteri di Teheran, dopo aver annunciato un imminente viaggio a Mosca, dove domani è previsto un colloquio diretto con il presidente russo Vladimir Putin.

11:50 - Teheran accusa Londra e Bruxelles: “Non siamo noi ad aver abbandonato i negoziati”

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha risposto in modo polemico alle recenti dichiarazioni di Keir Starmer e Kaja Kallas, che avevano esortato Teheran a “tornare al tavolo dei negoziati”. In un messaggio pubblicato sui social, il capo della diplomazia iraniana ha rigettato l’accusa di ostruzionismo, sostenendo che l’Iran è rimasto disponibile al dialogo anche nei momenti più critici. Araghchi ha ricostruito le ultime fasi della crisi diplomatica, ricordando che la scorsa settimana erano in corso contatti con gli Stati Uniti. Nella settimana successiva, secondo la versione di Teheran, nuovi colloqui sarebbero stati avviati con il gruppo E3 (Francia, Germania e Regno Unito) e con rappresentanti dell’Unione Europea, ma sarebbero stati nuovamente interrotti a causa dell’azione militare americana.

11:28 - Israele parla di danni significativi al programma nucleare iraniano, Mosca avverte sui rischi per l’ordine internazionale

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha affermato che il programma nucleare iraniano avrebbe subito danni rilevanti a seguito degli attacchi recenti, pur specificando di non essere a conoscenza dei dettagli operativi. Ha inoltre chiarito che la decisione finale sull’intervento militare è stata lasciata agli Stati Uniti, indicando che Tel Aviv non avrebbe esercitato una pressione diretta sull’amministrazione Trump per colpire Teheran.

Dall’altro lato, Mosca ha espresso preoccupazione per le implicazioni legali e geopolitiche delle azioni israeliane. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha messo in guardia contro un’interpretazione unilaterale del diritto all’autodifesa, evidenziando che aggirare le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite rischia di minare le fondamenta dell’ordine internazionale, aprendo la strada a una dinamica di caos incontrollato. La dichiarazione russa riflette la crescente tensione diplomatica intorno al conflitto e il timore che l’assenza di un quadro normativo condiviso possa accelerare la frammentazione delle regole globali.

10:37 - Washington avrebbe avvisato Teheran prima degli attacchi. L’Iran accusa l’AIEA di complicità

Secondo quanto rivelato da Amwaj.media, l’amministrazione statunitense avrebbe avvisato l’Iran degli imminenti attacchi contro i suoi siti nucleari. Una fonte iraniana di alto livello, citata in forma anonima, ha confermato che il 21 giugno Washington avrebbe comunicato informalmente a Teheran l’intenzione di evitare uno scontro su larga scala, limitando i bombardamenti ai tre impianti di Fordow, Isfahan e Natanz. La stessa fonte ha aggiunto che le strutture erano già state evacuate e che gran parte delle scorte di uranio arricchito era stata trasferita in località sicure prima dell’attacco.

Nel frattempo, l’Iran ha sollevato pesanti accuse contro l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), ritenuta complice passiva nell’operazione militare. Il capo dell’Organizzazione iraniana per l’Energia Atomica, Mohammad Eslami, ha inviato una lettera formale al direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, denunciando il presunto silenzio e l’inerzia dell’Agenzia. Nel documento, Teheran annuncia l’intenzione di intraprendere azioni legali attraverso i canali internazionali competenti, ritenendo l’attacco un atto di aggressione contro la propria sovranità, e la mancata condanna da parte dell’AIEA come una forma di complicità istituzionale.

10:00 - Teheran minimizza i danni: “Nessun rischio radiologico a Fordow”

Le autorità iraniane stanno cercando di ridimensionare l’impatto degli attacchi statunitensi ai siti nucleari. Secondo fonti istituzionali e media statali, gli impianti non avrebbero subito danni significativi e non ci sarebbero rischi di contaminazione per la popolazione.Un parlamentare della provincia di Qom, dove si trova il sito di Fordow, ha dichiarato all’agenzia semiufficiale Fars che l’impianto non è stato seriamente colpito. L’Organizzazione iraniana per l’energia atomica ha confermato l’assenza di dispersione radioattiva e ha rassicurato sull’incolumità degli abitanti delle aree circostanti.

Anche la televisione di Stato ha contribuito a rafforzare il messaggio, spiegando che i tre siti nucleari erano stati evacuati preventivamente e che le scorte di uranio arricchito erano già state trasferite in località sicure. Secondo la stessa fonte, i materiali sensibili erano stati rimossi da tempo, riducendo di fatto il rischio di radiazioni in caso di bombardamento. Il vicegovernatore di Qom, Morteza Heidari, ha inoltre precisato che l’attacco a Fordow ha interessato solo una sezione dell’impianto, grazie all’attivazione del sistema di difesa aerea dispiegato nell’area.

09:55 - Aiea convoca riunione straordinaria. Proseguono i raid israeliani in Iran: colpite Qom e Tabriz

Alla luce dell’escalation militare in Iran e dei recenti attacchi contro strutture nucleari, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha annunciato la convocazione di una riunione urgente del suo Consiglio dei Governatori. Lo ha comunicato il direttore generale Rafael Grossi, dichiarando che l’incontro si terrà nella giornata di domani.

Nel frattempo, continuano le operazioni militari israeliane sul territorio iraniano. Secondo fonti ufficiali locali, un nuovo attacco ha colpito una base delle Guardie Rivoluzionarie nella città di Qom, a sud della capitale Teheran, causando la morte di quattro membri del corpo e il ferimento di altri due. La notizia è stata diffusa dal portavoce del dipartimento di gestione delle crisi della provincia, Morteza Heidari, citato dall’agenzia Mehr. Un secondo raid avrebbe preso di mira anche un centro di addestramento delle Guardie nella città di Tabriz, nel nord-ovest del Paese, provocando quattro morti e diversi feriti.

09:30 - Teheran minaccia ritorsioni navali: possibili attacchi contro navi USA e chiusura dello Stretto di Hormuz

In risposta all’attacco statunitense, l’Iran intensifica la propria retorica militare e minaccia un’azione diretta contro le forze navali occidentali nella regione. Tra le ipotesi ventilate, figura il lancio di missili contro la flotta americana dislocata in Bahrein e la chiusura dello Stretto di Hormuz al traffico marittimo di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia. Le dichiarazioni provengono da Hossein Shariatmadari, direttore del quotidiano ultraconservatore Kayhan, testata considerata allineata con le posizioni dell’establishment iraniano e storicamente vicina alla Guida Suprema, Ali Khamenei. In un messaggio rilanciato via Telegram, Kayhan ha espresso il sostegno a un’escalation immediata, sottolineando la necessità di una risposta militare senza esitazioni.

09:21 - Starmer e Tajani sollecitano una ripresa del dialogo con l’Iran dopo gli attacchi USA

Dopo l'attacco condotto dagli Stati Uniti contro i principali impianti nucleari iraniani, crescono da parte europea gli appelli al ritorno della diplomazia. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha ribadito che la comunità internazionale non potrà mai accettare un Iran dotato di armi nucleari e ha definito legittimo l'intervento americano come misura per attenuare una minaccia ritenuta concreta.

Anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha espresso l’auspicio che l’Iran possa riconsiderare la propria posizione. In una dichiarazione televisiva, ha confermato che Roma era pronta a ospitare un incontro diretto tra delegazioni statunitensi e iraniane, senza mediazioni. Tajani ha ricordato che, nei giorni precedenti all’attacco, il governo iraniano sembrava orientato a mantenere una linea intransigente, escludendo l’opzione del dialogo. Secondo il vicepremier, l’azione militare americana potrebbe ora rappresentare un punto di svolta, spingendo Teheran a rivedere la propria strategia.

09:00 -Teheran accusa Washington: “Una guerra pericolosa, la diplomazia è stata tradita”

Il ministero degli Esteri iraniano ha accusato gli Stati Uniti di aver avviato una “guerra pericolosa” colpendo gli impianti nucleari del Paese, mentre era ancora in corso un processo diplomatico. La denuncia è stata diffusa attraverso l’agenzia semiufficiale Tasnim, che riporta una dura presa di posizione contro quella che Teheran definisce una “palese violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”.

Sul fronte internazionale, intanto, Londra ha precisato la propria posizione: il Regno Unito non avrebbe fornito alcun tipo di supporto militare né avrebbe messo a disposizione strutture per l’operazione condotta dagli Stati Uniti. Fonti britanniche confermano che nessuna risorsa del Regno è stata coinvolta nell’attacco. Il primo ministro Keir Starmer ha commentato gli eventi sottolineando che il programma nucleare iraniano rappresenta una seria minaccia alla sicurezza globale.

08:37 - I Pasdaran minacciano ritorsioni: “Le basi americane in Medio Oriente saranno colpite”

In risposta agli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani, i Guardiani della Rivoluzione hanno lanciato un duro avvertimento, annunciando gravi conseguenze per gli interessi americani nella regione. In un comunicato, il corpo d’élite iraniano ha dichiarato che le basi militari statunitensi in Medio Oriente sono ora obiettivi legittimi e verranno “trasformate in cenere”, accusando Washington di aver oltrepassato una linea rossa.

I Pasdaran hanno inoltre rivendicato di aver già messo in atto una risposta armata, utilizzando missili balistici a lungo raggio — sia a combustibile liquido che solido — equipaggiati con testate ad alta capacità distruttiva e accompagnati da nuove tattiche pensate per eludere i sistemi di difesa avversari.

08:05 - Teheran rivendica attacchi contro obiettivi strategici in Israele

L’Iran ha annunciato di aver colpito una serie di obiettivi strategici in territorio israeliano, tra cui l’aeroporto internazionale Ben Gurion, il centro nazionale per la ricerca biologica, strutture logistiche e postazioni di comando e controllo. La dichiarazione rientra nell’ambito della risposta militare iraniana all’escalation in corso, ma al momento non sono disponibili conferme indipendenti sull’entità dei danni inflitti.

08:00 - Nuovi raid israeliani contro obiettivi militari in Iran occidentale

Le Forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver condotto una nuova ondata di raid aerei contro obiettivi militari iraniani situati nell’ovest del Paese. Secondo quanto riferito, gli attacchi avrebbero colpito e distrutto sistemi di lancio missilistico utilizzati nell’offensiva iraniana della mattinata. Le autorità israeliane affermano inoltre che nell’operazione sono rimasti uccisi diversi militari iraniani.

7:22 - Nessun aumento di radiazioni rilevato finora, ma la crisi si allarga: Houthi e Iran reagiscono agli attacchi USA

L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) ha dichiarato che, al momento, non sono stati rilevati aumenti nei livelli di radiazioni nei tre impianti nucleari iraniani colpiti durante gli attacchi statunitensi. In una nota ufficiale, l'organismo dell’ONU ha aggiunto che continuerà a monitorare la situazione e fornirà ulteriori aggiornamenti “non appena saranno disponibili nuove informazioni”.

Nel frattempo, le conseguenze geopolitiche dell’operazione americana iniziano a manifestarsi su più fronti. Mohammed al-Buheiti, esponente del politburo del movimento yemenita Houthi, ha annunciato che le forze del gruppo inizieranno a colpire obiettivi militari statunitensi nel Mar Rosso come risposta agli attacchi contro l’Iran. Parallelamente, l’Iran ha lanciato un’offensiva missilistica contro Israele, rivendicando il lancio di 30 missili nelle ore successive all’attacco americano. La notizia è stata diffusa dai media statali iraniani, che hanno parlato di una risposta diretta a quella che Teheran considera un’aggressione ai suoi impianti nucleari civili.

7:00 - Teheran accusa Washington: “Violata la Carta dell’ONU, conseguenze eterne”

L’Iran ha condannato con fermezza gli attacchi statunitensi contro i suoi impianti nucleari, definendoli una “grave violazione” del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. In un comunicato diffuso attraverso i canali ufficiali, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha denunciato l’azione come un atto illegale e pericoloso, compiuto da uno dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Secondo le autorità iraniane, il bombardamento dei siti nucleari rappresenta non solo un attacco militare, ma anche un colpo diretto all’integrità degli accordi multilaterali, in particolare al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), cui Teheran aderisce ufficialmente. Il governo iraniano ha avvertito che gli attacchi avranno “conseguenze eterne” e ha esortato gli altri Stati membri delle Nazioni Unite a prendere posizione contro quella che ha definito “una condotta criminale e destabilizzante”.

L’operazione militare, secondo fonti americane citate dalla CNN, è stata condotta con sei bombardieri stealth B-2 che hanno sganciato un totale di 12 bombe bunker buster sul sito sotterraneo di Fordow, mentre altri due ordigni dello stesso tipo avrebbero colpito il sito di Natanz. Contemporaneamente, 30 missili da crociera TLAM (Tomahawk Land Attack Missiles) sono stati lanciati da sottomarini statunitensi contro gli impianti di Natanz e Isfahan.

6:30 - Netanyahu rivendica il coordinamento con gli USA: “Colpiti i siti nucleari iraniani”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato il pieno coordinamento con gli Stati Uniti nell’attacco condotto contro i tre principali impianti nucleari dell’Iran. Secondo quanto comunicato da Tel Aviv, l’operazione si è svolta in sinergia sia politica che militare con Washington, ed è stata presentata come la concretizzazione di una strategia annunciata da tempo. Netanyahu ha sottolineato che la distruzione degli impianti nucleari iraniani rientrava negli obiettivi dichiarati fin dall’inizio del conflitto, apertosi il 13 giugno con l’offensiva israeliana.

Dall’Iran, intanto, è arrivata una prima valutazione tecnica. Le autorità hanno riferito che, dopo gli attacchi, non sono stati rilevati livelli anomali di radioattività. Il Centro per la sicurezza nucleare, organismo che opera sotto l’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana, ha reso noto che non esistono rischi per la popolazione residente nelle aree adiacenti ai siti colpiti.

5:10 - Attacco mirato a Fordow: i B-2 sganciano bunker buster, cruise contro Natanz e Isfahan

Secondo quanto riportato dall’anchor di Fox News, Sean Hannity, e confermato dallo stesso presidente Trump in una telefonata diretta, sei bombe penetranti bunker buster da 14 tonnellate sono state sganciate dai bombardieri stealth B-2 dell’Air Force statunitense contro l’impianto nucleare sotterraneo di Fordow. Contemporaneamente, altri due siti strategici del programma nucleare iraniano — Natanz e Isfahan — sono stati colpiti da 30 missili da crociera Tomahawk, lanciati da sottomarini americani posizionati a circa 650 chilometri di distanza, nel Golfo.

Ringrazio i patrioti americani che hanno portato le nostre straordinarie macchine da guerra nei cieli dell’Iran”, ha dichiarato Trump, ribadendo il

sostegno al personale militare coinvolto nell’operazione. “Ci sono ancora numerosi obiettivi da colpire”, ha aggiunto, “ma adesso è il momento della pace. Se non ci sarà pace, continueremo con nuovi attacchi”.

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