Ac/Dc E la colonna sonora lancia una moda

In fondo è una previsione facile: la colonna sonora di «Iron Man 2» sarà la più venduta dell’anno. E lancerà una tendenza: trasformare i greatest hits degli artisti più famosi nell’ossatura musicale dei kolossal

Ac/Dc E la colonna sonora lancia una moda

In fondo è una previsione facile: la colonna sonora di «Iron Man 2» sarà la più venduta dell’anno. E lancerà una tendenza: trasformare i greatest hits degli artisti più famosi nell’ossatura musicale dei kolossal. Dunque a inaugurare la moda sono gli Ac/Dc, che hanno dato a questo film i loro brani più significativi ( forse manca solo «Hellsbells») per quello che è il loro primo greatest hits.

Nessun brano inedito, solo super classici da «Back in black» a «Let There be rock» più qualche remoto ripescaggio come «Rock’n’roll damnation» e «Cold heartedman». Il cd, edito da Sony, esce in tre edizioni diverse, da quella standard fino a quella superlusso con booklet completo, fumetti sparsi e favoloso dvd dal vivo (imperdibile «Gunsforhire» filmata alla Joe Louis Arena di Detroit nel 1983).

Fin qui i dettagli. Gli ingredienti, tanto, li conoscono tutti. Gli Ac/Dc sono la sublimazione del rock duro ed essenziale, fradicio di boogie e rock’n’roll, l’apoteosi dei tempi in quattro quarti e la negazione della ricerca stilistica nei testi, infarciti di slogan e slang colloquiale sui temi vicini all’idealismo adolescenziale. Una miscela subito stroncata dai critici, e ti pareva, perché «troppo grezza» e «troppo poco impegnata». Ma ora, dopo trent’anni e rotti, quasi tutti hanno cambiato idea, fidandosi di un pubblico che a questi musicisti onesti regala un successo planetario.

Gli Ac/Dc hanno venduto quasi 200 milioni di album e nel 2009 il loro «Back in black» del 1980 è diventato il secondo più popolare della storia dopo «Thriller» di Michael Jackson: circa 50 milioni di copie. E ora le loro canzoni, come aveva già capito Stephen King che li volle nel suo debutto alla regia in «Brivido», si sposano perfettamente con il cinema.

Intanto la loro struttura così diretta e lineare sembra fatta apposta per seguire i colpi di scena di un film spettacolare, accrocchiato nella semplicistica guerra tra bene e male e poco interessato a scavare la psicologia dei personaggi.

E poi anche gli Ac/Dc, che sono assai fumettistici nel look, sfoggiano una sorta di supereroe, il talentuoso chitarrista Angus Young, sempre vestito come uno scolaretto, impegnato da quasi quarant’anni a scapicollarsi sui palchi di tutto il mondo in quella fantastica lotta tra normalità e sregolatezza che tanto rock racchiude così bene.

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