Cultura e Spettacoli

Addio a Bonelli, padre di Dylan Dog e Tex Ecco la sua ultima intervista al Giornale

Bonelli si è spento all'età di 79 anni. Il papà di Tex e Dylan Dog si raccontava così: "I fumetti sono una guerra ma senza spargimento di sangue e non possono salvare il mondo. Ma con pazienza possiamo educare chi ci legge all'amore. Sempre se sopravviviamo. L'eroe più moderno? Flash Gordon. E pensare che è nato negli anni Trenta"

Addio a Bonelli, padre di Dylan Dog e Tex Ecco la sua ultima intervista al Giornale

Più che un editore, Sergio Bonelli era il Fumetto. Il papà, Giovanni Luigi, è stato il creatore di Tex, lui ha inventato Zagor e Mister No e lanciato Dylan Dog. Grazie anche alla madre Tea, che fu direttrice della Edizioni Audace, primo nucleo della casa editrice Bonelli, è presente sul mercato del fumetto italiano fin dagli anni Quaranta. Venticinque milioni di copie vendute ogni anno, 800mila al mese solo con Tex e Dylan Dog, ne fanno il numero uno del settore. Sui fumetti dice cose che pesano. Anche se escono da una nuvoletta. Questa è la sua ultima intervista al Giornale.

Cos'hanno da dire i fumetti oggi in tempi di tensioni come questo?
«Dicono quello che possono...».

Cioè poco o molto?
«Il fumetto è come ogni altro mezzo di comunicazione. Come succede per la letteratura e il cinema, alcuni fumetti dicono cose leggere e altri dicono cose impegnate».

I fumetti dicono sempre quello che pensano?
«Direi proprio di no».

E più la realtà a entrare nei fumetti o i fumetti nella realtà?
«È la realtà che entra nei fumetti, anche se spesso nascosta in un contesto fantasioso».

Oggi per disegnare contano più le idee o la fantasia?
«Più la fantasia».

Il fumetto è più pace o più guerra?
«Il fumetto è una guerra, ma senza vittime».

Chi ha paura dei fumetti?
«Chi non ha ancora capito che sono soltanto un mezzo. E che al pari di ogni altro mezzo può essere usato bene o male».

Perché nel mondo si può rischiare di morire o essere perseguitati per disegnare fumetti?
«Si può decidere di rischiare la vita solo per una grande e nobile idea. Come farebbe chi scrive un libro. Il fumetto è solo un mezzo».

Si può vincere l'odio con i fumetti?
«A patto di non aver premura, educando i lettori pagina dopo pagina, mese dopo mese, anno dopo anno».

Ma i fumetti possono salvare il mondo?
«No, anzi a dire la verità non sono in grado nemmeno di salvare il proprio di mondo. Un mondo che va scomparendo anno dopo anno».

La realtà di oggi meglio guardarla a colori o in bianco e nero?
«In bianco e nero. Il rosso del sangue fa troppa impressione».

Nel nostro tempo cosa può dare il disegno che le immagini non danno?
«L'imperfezione, l'approssimazione che la tecnologia di oggi ha totalmente cancellato da tutte le immagini che cadono sotto i nostri occhi».

Che cosa di quello che vede nel mondo la lascia senza parole?
«Un fumettaro non dovrebbe mai restare senza parole, al massimo, di fronte alla più ignobile o sorprendente schifezza, dovrebbe dire: Gulp!».

C'è un fumetto di ieri così attuale che potrebbe vivere nelle strisce di oggi?
«Flash Gordon. Un eroe degli anni Trenta, che vede un asteroide puntare direttamente e pericolosamente contro il nostro pianeta».

Guerre, tensioni, terrorismo: secondo lei che disegno ci sarà sulla parola fine?
«I tronchi smozzicati e inceneriti della foresta amazzonica»

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