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Addio falsi invalidi: parte il piano per scovare 200mila abusivi

Parte la maxi indagine, al setaccio 400mila pratiche. Si ritiene che almeno la metà siano "sospette", si punta al risparmio di un miliardo

Addio falsi invalidi: parte il piano 
per scovare 200mila abusivi

Roma - I falsi invalidi hanno le ore contate. Da quest’anno sarà più difficile riscuotere la pensione come cieco e guidare una moto. O risultare totalmente inabile e allo stesso tempo esercitare un’attività lavorativa. È pronto a partire il piano straordinario di verifica previsto dalla manovra triennale approvata la scorsa estate. L’Inps ha già predisposto tutte le procedure organizzative per passare al setaccio decine di migliaia di prestazioni riguardanti sordi, muti, ciechi e altre tipologie di invalidi civili. Ma come funzionerà questa indagine? Il Giornale ha esaminato la bozza del piano d’azione messo a punto dall’Inps, che potrebbe determinare un risparmio di oltre un miliardo di euro.

Verifica. La manovra stabilisce che entro il 31 dicembre si predispongano 200mila verifiche straordinarie nei confronti di titolari di benefici economici di invalidità civile. L’Inps ha predisposto un campione molto più ampio rispetto ai 200 mila previsti dal governo, con l’intento di centrare gli obiettivi della legge. In tutto 400 mila posizioni; soggetti di età compresa tra i 18 e i 77 anni di età. All’interno di questo campione verranno scelti i 200 mila da verificare e nel farlo si terrà conto dell’incidenza delle invalidità sulla popolazione residente nelle varie province italiane. In altre parole, tanto più alta sarà la percentuale di invalidi nella provincia, tante più possibilità ci sono che i controlli si concentrino proprio lì. A questo campione, elaborato in base alle direttive del decreto, l’Inps ha aggiunto due altri sottoinsiemi. Il primo riguarda i titolari di prestazioni di invalidità con contributi versati per lavoro dipendente o autonomo. Il secondo riguarda i titolari che riscuotono la prestazione di persona, senza farsela accreditare nel conto corrente e senza delegare nessuno. Facile che non si tratti di invalidi se riescono a svolgere un lavoro o se, ogni mese, raggiungono la banca per riscuotere l’assegno. Chi rientra nella lista di soggetti «a rischio», a partire dalle prossime settimane, riceverà una raccomandata nella quale gli si chiederà di sottoporsi a una visita medica.

Risparmio. L’intento della manovra triennale è risparmiare sulle invalidità «fasulle» (le invalidità civili sono a carico della fiscalità generale, a differenza di quelle dei lavoratori dipendeti, che sono pagate con i contributi). La relazione tecnica della manovra ha fissato un limite minimo, una stima prudenziale di 300 milioni di euro dal 2009 al 2011. L’Inps non si sbilancia, ma il recupero potrebbe essere superiore. Le 200mila posizioni da controllare rappresentano circa l’8 per cento degli oltre 2,6 milioni di trattamenti di invalidità civile in Italia per i quali ogni anno la spesa si attesta tra i 12 e i 13 miliardi. Tenendo conto di questa media, il risparmio in proporzione potrebbe avvicinarsi a quota un miliardo o addirittura superarlo.

Metodo. Il metodo per scoprire le irregolarità si basa sull’incrocio di dati provenienti da diverse fonti. In primo luogo, dalle Asl che dovranno inviare all’Inps i fascicoli relativi agli invalidi. In secondo luogo, saranno coinvolte anche l’Agenzia delle Entrate per stabilire se i livelli di reddito dei pensionati siano compatibili con l’erogazione del beneficio di invalidità. E soprattutto la Motorizzazione civile: i rinnovi delle patenti di guida confluiranno nelle banche dati Inps, anche per scoprire se c’è qualche cieco a quattro ruote...

Rischi. La strada non è tutta in discesa. Ci sono anche degli ostacoli da superare. Per quanto riguarda gli organici, già a dicembre l’istituto guidato da Antonio Mastrapasqua ha avviato il reclutamento a tempo di medici legali. Vi è poi il problema dello scambio dati con le Asl, la maggior parte delle quali non è informatizzata, e che in molti casi non hanno personale a disposizione per l’invio dei fascicoli. L’Inps può inviare il proprio personale a procurarsi «materialmente» le cartelle. Le resistenze non saranno poche: il rilascio di un attestato di invalidità compete all’Asl.

Se le carte non sono in regola, gli atti saranno trasmessi alla Corte dei conti per la verifica di un eventuale danno erariale.

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