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Addio Nicla Migliore Mi fece rinunciare al mitico gonnellino

Nel grande libro che racconta la storia del tennis ora si legge che Nicla Migliori se n'è andata per sempre, portata via da un tumore contro il quale si è battuta fino all'ultimo respiro. La Migliori è stata una grande sportiva del dopoguerra. Era brava a tennis ma giocava anche bene a basket, specialità nella quale rimase celebre un suo ceffone all'arbitro che le costò una squalifica. Con il suo modo strano di impugnare la racchetta Nicla vinse più di un campionato italiano e passò alla storia come la più anziana detentrice di un titolo, quello vinto in coppia con me a Reggio Emilia alla fine degli Anni Sessanta. Nicla era stata la mia prima compagna di doppio a Wimbledon nel 1954, l'anno in cui le mie mutandine fecero scandalo. Per giocare in coppia con lei mi obbligò a indossare un paio di calzoncini: «Tu non sei una vera sportiva - mi ammoniva - passi troppo tempo ad aggiustarti i riccioli davanti allo specchio!».
La Migliori divenne capitana della nazionale femminile. Assieme a Silvana Lazzarino, Maria Teresa Riedl, Lucia Bassi, Francesca Gordigiani e Roberta Beltrame girammo l'Europa vincendo sempre. Non guadagnammo mai una lira, ma Nicla riuscì a conquistarsi un suo circolo a Pisa. Sostenne un marito molto malato. Perse un figlio giovanissimo.

Della famiglia Migliori oggi rimane la nipote Sara, una ragazza dolce, intelligente, che gioca a tennis con un grande appassionato come Tony Blair, quando l'ex premier viene in vacanza in Toscana. Il mondo del tennis ti ha voluto bene: addio vecchia capitana. Addio Nicla.

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