Basta con lo scambio di ricette tra amiche. Oggi chi vuole imparare a cucinare bene, non deve fare altro che mettersi seduto a leggere. Ma solo titoli di «moda». Gastronomica, ovviamente. Il classico ricettario con appunti a margine, che veniva tramandato di madre in figlia, lascia il posto ai manuali dautore. Basta entrare in una libreria capitolina per rendersi conto del boom di titoli ad hoc. Capitolino doc il volume Agata e Romeo (Cucina&Vini), in uscita il 10 maggio, che riunisce circa duecento portate dellomonimo ristorante (via Carlo Alberto 45; 064466115): aneddoti e racconti dei personaggi che lo hanno frequentato, oltre ai progetti dei proprietari - la chef Agata Parisella e il marito Romeo Caraccio, sommelier - dallapertura di unazienda agricola alla creazione di un relais chateau. Agata è solo una dei tanti chef capitolini che hanno deciso di pubblicare i loro segreti. Si va da Antonello Colonna (Gambero Rosso), a Heinz Beck (Bibliotheca Culinaria) fino a Filippo La Mantia (Fabbri).
«Sofrigete in padella stagionata cipolla, ojo, zenzero infocato...»: inizia così la ricetta degli spaghetti allamatriciana di Aldo Fabrizi, uno dei cuochi di Pane, vino e poesia (Golosia & C.), antologia gastronomica in versi, da Marziale a Giacomo Leopardi, da Giovanni Pascoli a Guido Gozzano, da Edmond Rostand a Lope de Vega. Roma fa scuola - di cucina - anche in contesti «straordinari». Tra i manuali più trendy ci sono quelli legati a personaggi o contesti immaginari, ispirati a romanzi, fumetti, cinema e televisione. Letteraria lispirazione di A tavola con Gian Burrasca (Erasmo), che si apre con la «punizione» del protagonista, la minestra di capellini, con laccorta precisazione che questi «in realtà, non sono affatto cattivi». Sapori «avventurosi» per Carnet della Cambusa (Lizard), viaggio intorno al mondo sulle tracce, e, soprattutto, tra i fornelli di Corto Maltese. Brodo di cappone, minestra di coratella, maccaroni romaneschi - «como sono cotti mittili in piattelli con bono caso et butiro et spetie dolci» - torta di ceci, frittata, lattarini, polpettoni alla romanesca e mostaccioli sono alcune delle portate di Leonardo da Vinci e la cucina rinascimentale (Gremese): tra scenografia, invenzioni e ricette, una selezione di piatti noti a Leonardo, che ai suoi tanti interessi aggiunse quello della cucina, come dimostrano disegni di invenzioni culinarie presenti nel «Codice Atlantico».
Dalla pittura al cinema. La minestra di pasta e broccoli di «Roma città aperta» è uno dei tanti primi de Il gusto del cinema italiano (Cooper), che abbina la passione per il grande schermo a quella per la gastronomia. Dello stesso editore, Il gusto del cinema internazionale. Ispirazione romana pure per le braciole di maiale di A tavola con Harry Potter (Ancora). Si passa alla televisione con la cucina - e il gossip - di Desperate Housewives (Sperling&Kupfer), tra «piatti gustosi e bocconcini piccanti». Se le mamme cucinano, i figli non stanno a guardare. Lispirazione viene direttamente dalle favole con la pizza bianca al rosmarino e i crostini con salsiccia e stracchino de La cucina delle fiabe (Il Leone Verde).
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