Michele Anselmi
Diceva sempre, con quellaria tra lo scettico e il complice: «Ai registi chiedo solo belle storie». Purtroppo una serie di rovesci economici laveva costretto ad allontanarsi dallItalia tre anni fa, per «esiliarsi» a Rabat, in Marocco, dove è morto stroncato da un infarto, a settantanni. Se ne va con Leo Pescarolo una certa idea di produttore indipendente, capace di sintonizzarsi sul cinema popolare di qualità, scoprire nuovi talenti e valorizzare i vecchi, guardare allEuropa senza immolarsi sullaltare di quei film fasulli, detti «europudding», girati in inglese, con cast misti e risultati deludenti. Pescarolo era appassionato e colto, spesso un vero rompiscatole, sempre allergico ai piagnistei. Alto, imponente, con quei folti capelli bianchi, non sopportava la chiacchiera ipocrita dellambiente: sarà perché, genovese di nascita e figlio dellattrice Vera Vergani, aveva respirato sin da piccolo l'aria dello spettacolo, per poi indirizzarsi, giovanissimo, verso ruoli di aiuto regista con Camerini, Franciolini, Pandolfi (il nome compare nei titoli di testa di Gli ultimi su sceneggiatura di padre David Maria Turoldo).
Nel suo folto medagliere figurano titoli come Prova dorchestra di Fellini, Galileo e Francesco della Cavani, Giordano Bruno e Tempo duccidere di Montaldo, Il diavolo in corpo di Bellocchio; e poi La tregua di Rosi, per girare il quale era riuscito a convincere John Turturro, Dancer in the dark di Von Trier, Farinelli di Corbieau, recentemente La passione di Giosuè lebreo di Scimeca. Ma era soprattutto il sodalizio con Francesca Archibugi, scoperta con Mignon è partita e coltivata quasi come una figlia nei successivi Verso sera, Il grande cocomero e Con gli occhi chiusi, a renderlo fiero del suo lavoro, anche quando il rapporto tra i due s'era corroso.
Ai tempi doro, il suo ufficio veniva inondato di sceneggiature. Ottocento allanno, tanto che aveva dovuto assumere due «lettrici» per farsi aiutare nellopera di cernita. Poliglotta, discreto viveur e charmeur, Pescarolo si sentiva stretto allinterno del mercato nostrano, per questo moltiplicava i rapporti con i produttori stranieri, sfruttando le nuove forme di finanziamento previste dallUnione europea. Talvolta rischiava oltre il dovuto, alleandosi con partner poco attendibili; altre volte era lui a sbagliare, puntando su progetti sballati, poco commerciali. E però aveva fiuto. La coppia Brizzi & Martani, ora al top con Notte prima degli esami, lui laveva notata in tempi non sospetti, affidandole la sceneggiatura di un film americano, Jamil, che non sè mai fatto.
E poi c'era il Pescarolo cuoco: un autentico grand gourmet. La morte l'ha ghermito mentre stava per aprire un ristorante in Marocco.
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