Addio a Sabani, l’erede di Alighiero Noschese

da Milano

Forse si poteva salvare. Gigi Sabani era stato visitato da un medico dopo che, per tutta la giornata dell’altroieri, aveva accusato un malessere diffuso quanto sospetto: formicolii, dolore a un braccio (sembra), nausea. Il presentatore romano, 54 anni, si trovava a casa della sorella Isabella che, insospettita, aveva chiamato un dottore amico di famiglia. Il sanitario, però, dopo un esame sommario, lo aveva rassicurato. È solo stress, basta un antidolorifico. In serata, dopo cena, un nuovo attacco non ha lasciato scampo all’imitatore di cento divi della tv. Infarto del miocardio. I suoi funerali si svolgeranno oggi a Roma nella Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo.
Di stress certamente Sabani ne aveva accumulato parecchio in questi anni dopo l’inchiesta sui provini a luci rosse che lo aveva spedito in carcere e da cui pure era uscito a testa alta con tanto di risarcimento. «La prima notizia bella dopo tanta sofferenza inutile», era stato il suo commento dopo la richiesta di archiviazione emessa il 13 febbraio 1997. Ma nulla fu più come prima e per Sabani cominciò il lungo e inesorabile declino dalle scene televisive. Oggi la sua morte prematura nell’appartamento alla periferia del Prenestino, il quartiere originario della famiglia, è arrivata come un fulmine a ciel sereno nel mondo dello spettacolo. Tra i primi a compiangerlo c’è Maurizio Costanzo: «È stato una vittima della giustizia, Gigi era un imitatore di razza e come tutti gli imitatori di razza un essere indifeso come Noschese», dice l’anchorman che sottolinea: «Fui io a richiamarlo al Costanzo Show per riportarlo alla giusta visibilità, e poi per due anni consecutivi a Buona Domenica. Proprio ieri la mia redazione lo aveva contattato per le Radiogrolle, ma lui aveva declinato l’invito pregandomi di tenerlo presente per il futuro». Gli fa eco un altro padre nobile della televisione, Pippo Baudo: «Dire che sono dispiaciuto, che sono distrutto e affranto è poco. È un ragazzo che ho visto crescere, nascere. Era come un fratello minore». Più realista Lino Banfi: «Vorrei scrivere al figlio un telegramma con una frase che dicevamo spesso insieme: questa brutta e malefica macchina dello spettacolo riesce ad ammazzare le persone e lui è stato ucciso proprio dal nostro mondo». Simone, figlio del presentatore e di Rita Imperi da cui aveva poi divorziato, precisa: «Mio padre, Gigi Sabani, non è stato emarginato dal mondo dello spettacolo: il suo pubblico non lo ha mai abbandonato, mio padre è stato allontanato dai suoi colleghi di lavoro».


Eppure c’erano segnali di ripresa, come riporta il manager Roberto Arcanà: «Stava vivendo un bel periodo, questa estate aveva fatto una tournée ed era straconvinto di voler fare teatro; inoltre stava vivendo una bella storia d’amore con Raffaella, una ragazza di 30 anni». Ora, nei palazzi romani della politica, qualcuno vuol dedicargli la Notte Bianca di sabato. Dopo di che, come cantava Freddy Mercury, The show must go on, lo spettacolo va avanti.

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