Adesso l'Italia del Rugby caccia Nick Mallett, il coach che aveva battuto anche la Francia

Un comunicato della Federazione annuncia: il contratto con Nick Mallett non verrà rinnovato al termine dei Mondiali del prossimo autunno in Nuova Zelanda

Adesso l'Italia del Rugby caccia Nick Mallett, 
il coach che aveva battuto anche la Francia

La speranza (o il timore, a seconda dei punti di vista) era che la storica vittoria contro la Francia, nel penultimo turno del torneo Sei Nazioni di quest'anno, salvasse la panchina a Nicl Mallett, il roccioso e contestato tecnico che siede sulla panchina azzurra. Invece, oggi pomeriggio, un comunicato della Federazione annuncia - anche se in modo un po' contorto - che l'avventura di Malletta lla guida dell'Italia ovale è ufficialmente conclusa.

Ecco il testo: "Il Presidente della Federazione Italiana Rugby Giancarlo Dondi ha incontrato questa mattina, presso la sede del Comitato Regionale emiliano in Parma, il Commissario Tecnico Nick Mallett per informarlo personalmente delle decisioni del Consiglio Federale in merito ad un suo eventuale rinnovo contrattuale. Il Presidente, a nome suo personale e dell'intero Consiglio, ha ringraziato il CT per quanto fatto alla guida della Nazionale, e per quanto sicuramente farà sino alla naturale scadenza del contratto fissata a conclusione della Rugby World Cup Nuova Zelanda 2011 in programma nei prossimi mesi di settembre ed ottobre, esprimendo nel contempo piena stima nel CT tanto a livello umano che professionale. La decisione federale di non proseguire nel rapporto con Nick Mallett al termine della rassegna iridata del prossimo autunno matura dalla considerazione, legata anche a precedenti esperienze, di come un rapporto di collaborazione tecnica alla guida della Squadra Nazionale della durata superiore ai quattro anni potrebbe non sortire i risultati auspicati".

Insomma, la testa di Mallett cade - paradossalmente, non dopo uno dei tanti insuccessi che hanno costellato la sua gestione ma dopo il suo principale successo, la vittoria sui francesci al Flaminio. Prima vittoria sulla Francia in un Sei Nazioni, seconda vittoria in assoluto (prima di Mallett ce l'aveva fatta solo George Coste nel leggendario test match di Grenoble). Uno di quegli eventi che restano incisi nella memoria storica di uno sport, un po' come deve essere stata per i coreani del calcio la vittoria sull'Italia, e che di solito garantiscono gloria imperitura ai protagonisti.

Nello strano mondo della pallaovale italiana, le cose vanno evidentemente diversamente. Di motivi per cacciare Mallett ce ne sono stati in quantità nel corso di questi anni, e invece i vertici federali lo hanno protetto in tutti i modi: al termine del Sei Nazioni 2010, concluso con un disastroso cucchiaio di legno, venne esonerato l'intero staff ma il ct rimase al suo posto. Ora invece Mallett viene cacciato con una motivazione al limite dell'incomprensibile (cosa vorrà dire che "il rapporto di collaborazione tecnica alla guida della Squadra Nazionale della durata superiore ai quattro anni potrebbe non sortire i risultati auspicati"?) e mandando l'Italia del rugby ad affrontare un Mondiale difficilissimo, fin dal girone di qualificazione, con un tecnico dimezzato, delegittimato e probabilmente demotivato.

Resta da capire se la cacciata di Mallett preluda ad una svolta anche nelle stretegie messe in campo finora (con la benedizione dei piani superiori) dal ct, come l'utilizzo massiccio di falsi italiani e di naturalizzati anglofoni alla ricerca spasmodica di risultati che (Francia a parte) non sono venuti.

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