La direzione del manifesto non conferma, quindi significa - nella logica fuzzy dell’informazione italiana - che la notizia qualche fondamento deve averlo. Anche perchè la strana coppia, Norma Rangeri-Michele Santoro, non è poi così strana. Lui la ospita spesso sulle seggiole di Annozero, più spesso della De Gregorio, altra vatessa della stampa liberal romana, ma meno santoriana. Una, la Rangeri, andrebbe a dirigere il quotidiano della sinistra comunista, lui, Santoro, farebbe da partner editoriale, con una collaborazione ancora dai contorni avvolti dal mistero. L’indiscrezione gira su Dagospia (che di solito ci azzecca) e sulle agenzie, senza smentita. Una famiglia però, se ci si pensa, se si pensa cioè che il manifesto è anche il giornale che ospita Vauro, vignettista di Annozero, e che la Rangeri è la notista tv del medesimo giornale, e quindi la penna che si occupa del regime mediatico, dove operano i resistenti della libera informazione (un nome: Santoro) e poi i servi (di fatto tutti gli altri).
Raccontano i rumors che la nuova stagione del foglio dell’ultrasinistra, nato all’inizio degli anni ’70 come costola riottosa del Pci, potrebbe già vedere la luce oggi. Si spera, con l’innesto della Rangeri alla direzione e la linfa che potrebbe arrivare da Santoro (qui dunque nella veste insolita di partner editoriale), che il manifesto possa riprendersi da un’andatura pessima nelle edicole e negli abbonamenti. Il conduttore però non conferma («Non c’è niente che riguardi il giornale», dice, in un dialogo col manifesto che evidentemente c’è). L’indiscrezione si aggiunge ad una seconda ipotesi che circola da qualche tempo, circa il futuro di Santoro fuori dalla Rai. Il giornalista ha da tempo messo in cantiere un progetto di produzione televisiva autonoma, già sperimentato con singole docufiction (come la premiatissima La mafia è bianca) e sorretto da una squadra di fedelissimi (da Stefano Bianchi a Corrado Formigli) che lo segue da più di un decennio. Si tratterebbe di mettere in piedi una società di produzione che rivenderebbe poi le inchieste ad altri, per esempio alla Rai, oppure - per l’appunto - al manifesto. Ecco, la collaborazione di Santoro col quotidiano di Valentino Parlato e Rossana Rossanda, se non dovesse concretizzarsi nella forma di un aiuto economico per rivitalizzare i conti poco rosei della cooperativa, potrebbe per l’appunto prendere la via multimediale. Magari sotto forma di dvd allegate al giornale, oppure attraverso il sito (rinnovato) del quotidiano.
Queste le ipotesi che circolano al momento, ma che devono fare i conti con il muro sia del giornale sia di Santoro a rilasciare dichiarazioni in merito.
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