Adesso il telefonino fa bene: protegge dal cancro e cura pure l'Alzheimer

Una nuova ricerca dell'università della South Florida ribalta per l'ennesima volta i risultati degli studi sui pericoli dei cellulari: le onde elettromagnetiche proteggerebbero il cervello e terrebbero lontana la demenza senile

Allora è vero, una telefonata ti allunga la vita. Lo avrebbe scoperto una ricerca condotta su topi e altri roditori da Gary Arendash della University of South Florida, pubblicata sul Journal of Alzheimer's Disease: usare il cellulare, sostiene lo scienziato americano, non solo non male, ma può mantenere più in forma il nostro cervello. Merito proprio dell'esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche: indicate in passato come potenziali killer, adesso potenzierebbero la memoria e proteggerebbero dal morbo di Alzheimer, difendendo le cellule grigie divorate da questa malattia.
Insomma, contrordine compagni. Per anni ci hanno detto di fare attenzione, ci hanno spinto ad usare gli auricolari, ci hanno detto che tenere troppo a lungo il telefonino contro l'orecchio ci avrebbe provocato tumori e demenza senile. Secondo uno rapporto svedese, opera di due eminenti professori - Lennart Hardell dell'Università di Orebro e Kjell Hansson Mild dell'Umea University - usare il cellulare per più di 10 anni aumenterebbe il rischio di ammalarsi di cancro al cervello. Una ricerca che contraddiceva i recenti studi, che negavano un nesso fra i telefoni mobili e il tumore. Stando invece agli svedesi, le persone che usano il cellulare da un decennio o più, anche solo per un'ora al giorno, hanno il doppio di possibilità di sviluppare un tumore nel lato della testa cervello dove di solito appoggiano il dispositivo. «E' necessaria una grande attenzione nell'uso del telefonino - avvertivano gli scienziati nella relazione pubblicata dalla rivista Occupational Enviromental Medicine - e soprattutto i bambini, che sono particolarmente vulnerabili, dovrebbero essere scoraggiati dall'utilizzarlo». Le precedenti rassicurazioni ufficiali si sarebbero basati su ricerche compiute su un campione ristretto e per troppopcoo tempo.
Invece sarebbe tutto il contrario. Gli esperti americani hanno esposto, per due ore al giorno per 7-9 mesi, un gruppo di topolini a onde elettromagnetiche ad alta frequenza identiche a quelle emesse dai cellulari mentre li usiamo. Parte dei roditori erano destinati ad ammalarsi di demenza senile, parte erano già malati, altri erano sani.

Le onde del cellulare hanno impedito che i topolini predisposti all'Alzheimer si ammalassero, hanno migliorato la memoria di quelli già malati e hanno potenziato la memoria di quelli normali. Conclusione: viva il telefonino, fino alla prossima ricerca.

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