Adesso la Ue scopre che il nucleare è diventato «pulito»

Potrà contribuire a ridurre le emissioni di gas-serra del 20% entro il 2020. Mercato: separare produttori e reti per avere più concorrenza Eni e Enel: noi siamo a posto

da Milano

Un po’ più di mercato e un po’ più di ambiente, con progetti dichiaratamente ambiziosi, ma che tengono conto delle resistenze dei vari potentati europei. Il «pacchetto-energia» presentato ieri dalla Commissione europea spazia dall’allarme per l’effetto serra e le misure per combatterlo, con una forte riduzione delle emissioni di Co2 anche grazie al ricorso al nucleare, ma invita pure alla separazione tra reti e fornitori di energia, sotto qualunque forma sia, gas o elettricità. Ci sono «seri problemi di concorrenza» nel settore, ha detto il commissario dell’Antitrust Ue, Neelie Kroes, i mercati dell’elettricità e del gas sono inefficienti e costosi» con «elevati livelli di concentrazione del mercato e integrazione dell’offerta». «Questo rapporto costituirà una lettura scomoda per molte società dell’energia - ha aggiunto la Kroes - prevale l’insufficienza degli investimenti e a soffrirne sono i consumatori».
Ma dietro alle forti dichiarazioni di principio, le proposte avanzate da Bruxelles si sono dimostrate molto più prudenti: la separazione proprietaria è stata avanzata come opzione al pari di quella della separazione delle gestioni. E gli Stati Ue potranno scegliere tra le due. E si sa già che Germania e Francia non hanno alcuna intenzione di cedere le armi: Edf e il governo di Parigi hanno dichiarato di non aver intenzione di separare la proprietà delle reti. Il ministro all’Industria, Francois Loos è stato chiaro: non se ne parla. Più prudenti, a parole, i tedeschi, tra i più attivi a fare lobbing per la doppia possibilità. Londra, invece, si è detta favorevole alle proposte Ue. La Commissione, pur riconoscendo che l’Italia «ha fatto molti progressi verso una situazione di piena competitività», afferma che ci sono anche «alcune ragioni di preoccupazione».
L’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, ha risposto che l’invito alla concorrenza della Commissione «è pienamente condivisibile». «Tra il ’99 e oggi l’Enel ha ceduto 15mila megawatt di potenza ai concorrenti, non ha più la proprietà della rete di trasmissione Terna e delle reti di distribuzione delle principali città italiane - ha sostenuto - e infine oggi produce meno di un terzo del fabbisogno dell’energia elettrica nazionale». Quanto all’Eni, accusata di «mantenere una posizione dominante», ha replicato che la separazione societaria da Snam Rete Gas è già stata realizzata «in un contesto in cui la maggior parte dei nostri diretti concorrenti in Europa mantiene il controllo dell’intera catena del gas» e che investirà 10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni nel piano di trasporto e stoccaggio.
Quanto alla sfida all’effetto serra, il presidente della Commissione, Manuel Barroso, ha detto che l’Ue intende ridurre in modo unilaterale le emissioni di gas del 20-30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Un obiettivo decisamente ambizioso, considerando che attualmente le emissioni di gas serra continuano ad aumentare anche in Europa. «Se adottato, sarà di gran lunga il piano politico più ambizioso di sempre contro i cambiamenti climatici» ha sostenuto Barroso.

Per arrivarci l’Ue punterà sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione dei consumi di energia, senza escludere a priori il nucleare, anche se la scelta finale sarà lasciata ai singoli governi. Il primo ministro britannico Tony Blair ha definito le proposte europee «molto importanti».

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