Adieu Yves Saint-Laurent, re degli stilisti

Dopo una lunga malattia è morto all'età di 71 anni. Miope e timido, cambiò il modo vestire del '900 creando per la donna il tailleur-pantalone e lo smoking. Diceva: "La moda serve a dare fiducia alle donne"

Adieu Yves Saint-Laurent, re degli stilisti

Parigi - È stato per cinquant'anni un simbolo di eleganza e stile nel mondo, un esempio di innovazione nell'alta moda e nel prêt-à-porter, creatore di una delle case di moda che hanno fatto storia. Yves Saint-Laurent da molti è considerato il più grande stilista del ventesimo secolo. Ed è la sua storia a dimostrarlo: inizia a cambiare il volto della moda internazionale quando non è ancora ventenne e viene ingaggiato dalla casa Dior come disegnatore e collaboratore del già noto stilista francese. Da allora, questo giovane nato a Orano, in Algeria, da una famiglia che si era stabilita nel Paese maghrebino a causa della guerra, ha fatto una strada lunghissima. Dopo la morte dello stilista assume la direzione artistica della Dior e nel 1958 presenta la sua prima collezione, «Trapèze», che rompe con il punto vita dell’epoca, il cosiddetto «vitino di vespa». È un trionfo. Tre anni più tardi fonda la «Maison de Couture Yves Saint-Laurent».

«Moda non significa solo abbellire le donne, ma rassicurarle, dare loro sicurezza», disse quando si ritirò nel 2002. E infatti lo stilista interpretò al meglio il cambiamento del ruolo della donna negli anni, mettendo personalità negli abiti che creava e riflettendo quella delle donne che li indossavano. Sono suoi alcuni modelli-simbolo come il tailleur pantalone e lo smoking. Celebre è rimasta la creazione per Catherine Deneuve nella pellicola «Bella di giorno». Se Chanel aveva «liberato le donne», questo aveva consentito a Saint-Laurent, come egli stesso era solito dire, «di dar loro il potere». Quindi ha voluto anche «accompagnarle nel grande movimento di liberazione che aveva conosciuto il secolo scorso».

Miope e timido, con i suoi grandi occhiali dai quali non si separava mai, nel 1960 il giovane stilista era stato chiamato a prestare servizio militare, ma era stato riformato per una depressione nervosa. Nel frattempo la casa di avenue Montaigne l’aveva sostituito con un altro creatore, Marc Bohan. È subito dopo che nasce la sua casa di moda, al numero 30 di rue Spontini, al limitare del Bois de Boulogne e poi al numero 5 di avenue Marceau, con l’aiuto di Pierre Bergé, che ricoprirà un ruolo importante nella sua vita, privata e professionale: al primo la creazione, al secondo la gestione.

Nel 1966 presenta il primo smoking da donna e apre la prima boutique di prêt-à-porter sulla Rive Gauche, a Parigi. Tre anni più tardi, sulla Rive Gauche, sarà la volta della prima boutique Saint-Laurent per uomo. La griffe viene riacquistata nel 1999 dal gruppo Gucci e solo la «haute couture» resta al 5 di avenue Marceau, prima della fine dell’attività nel 2002. Un anno prima, in occasione dei festeggiamenti per il suo quarantesimo compleanno, memorabile è rimasta la sfilata di trecento modelle sul terreno dello «Stade de France» prima della finale della coppa del mondo di calcio tra Francia e Brasile.

Profumi, occhiali, accessori di moda arricchiscono la produzione e la popolarità di Ysl, che durante la cerimonia di addio all’attività, confessa di aver conosciuto nella sua vita «la paura e la solitudine terribile.

I falsi amici che sono i tranquillanti e gli stupefacenti, la prigione della depressione e quella della casa di cura». Lo scorso anno ha ricevuto dal presidente francese Nicolas Sarkozy l’onorificenza di Grand’ufficiale della Legion d’Honneur.

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