Adjmal, il volto di un afgano tranquillo

Adjmal, il volto di un afgano tranquillo

Roma - Il volto bonario di Adjmal Nashkbandi, incorniciato da una barba curata, con il pizzetto, era diventato familiare agli italiani che hanno seguito in televisione e sui giornali la sua drammatica vicenda o che hanno partecipato ai presidi allestiti in numerose città per chiedere la sua liberazione. L'interprete afghano di Daniele Mastrogiacomo, di cui i taleban hanno annunciato oggi la spietata esecuzione, aveva 25 anni e viveva con la famiglia a Kabul. Il giovane non era nuovo nell'ambiente dei giornalisti stranieri. Prima di accompagnare l'inviato di Repubblica nella pericolosa provincia di Helmand, regno del mullah Dadullah, dove ai primi di marzo era stato rapito assieme a Mastrogiacomo e al suo autista, aveva lavorato con la Bbc un quotidiano giapponese. Sposato solo sette mesi fa, Adjmal aveva tre fratelli e due sorelle. Il padre è un ingegnere della compagnia aerea di bandiera Ariana.

"Non era la prima volta che andava là, sapevamo che era rischioso, ma a noi non raccontava mai niente", aveva raccontato all'Ansa, una decina di giorni dopo il rapimento, Munir, il fratello di 21 anni, dipendente di una società iraniana.

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