da Milano
Occorrerà del tempo per risolvere il nodo Aeroporti di Roma che ha avvelenato gli animi degli azionisti di Gemina. Questultima, che ha il 51% di Adr, è contrapposta agli australiani di Macquarie (45%), con i quali però è in sintonia la famiglia Romiti, azionista al 33% di Investimenti infrastrutture, la holding che possiede il 20% della stessa Gemina, di cui i Romiti possiedono direttamente un altro 5%. Ieri questi ultimi sono stati messi nellangolo alla riunione del patto di sindacato di Gemina, e sembra sempre più improbabile la riconferma di Pier Giorgio Romiti alla carica di amministratore delegato (il 10 maggio dovrà essere rinnovato lintero consiglio di Gemina). Anche Investimenti Infrastrutture - cui partecipano con un terzo di capitale ciascuno anche il fondo Clessidra e il gruppo Benetton - ha messo in minoranza i Romiti; la società ha addirittura varato una lista di consiglieri per Adr (anche questultima società è in procinto di rinnovare il vertice) che non comprende i nomi dei Romiti.
Uscendo dalla riunione del patto, Cesare Romiti ha parlato esplicitamente di «asta», come dello strumento ormai più probabile per risolvere i contrasti con gli australiani. Il patto ha deliberato, ieri, di avviare le procedure stabilite allingresso di Macquarie: e cioè tentativi di conciliazione e, in ultima istanza, unasta. Unuscita si misura, ovviamente, sul prezzo: la quota australiana vale, arrotondando, un miliardo di euro. Gemina avrebbe informalmente offerto 800 milioni, gli australiani vorrebbero 1,3 miliardi. Più dellintera capitalizzazione di Gemina (meno 3% in Borsa). Unasta avrebbe un meccanismo insolito: rilanci susseguenti e reciproci fino alla capitolazione di uno dei contraenti. Un colosso come Macquarie, che tra laltro ha una forte esperienza aeroportuale, ha risorse non paragonabili a quelle di Gemina, che per riacquistare la quota di minoranza dovrebbe procedere a una ricapitalizzazione, o allassunzione di debito. I soci si dividono in categorie diverse, e di qui posizioni diverse: quelli forniti di risorse e quelli no, quelli con interessi industriali e quelli con interessi squisitamente finanziari. Gli stessi Romiti starebbero valutando luscita dal gruppo, forti di unopzione di vendita che possono esercitare a partire da fine mese.
Il cda di Gemina, che si è riunito ieri dopo il patto, ha approvato i conti del 2006, che chiudono con un utile netto consolidato di 117,4 milioni rispetto agli 1,6 milioni del 2005. All'assemblea verrà proposto un dividendo di 0,10 euro alle azioni ordinarie e 0,12 per le risparmio.
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