MilanoLa goleada non è arrivata ma neppure la partita orribile che Mourinho temeva. Il cinematografo è andato in onda alle 20,45, presenti pochi, quasi da vergogna, se si sottraggono i quattro spicchi occupati dagli scolari e il settore dei ciprioti, si contano 15mila paganti, forse meno. Mourinho mette giù gli stessi dell'Olimpico, segno che la sbornia è passata. Schiera Adriano al posto di Quaresma così come aveva promesso domenica sera a chi gli chiedeva spiegazioni sul brasiliano in castigo e rischia Ivan Cordoba sul polacco Lukasz Sosin, un metro e novanta. L'Anorthosis fa quello che ci si attendeva, dieci fissi dietro la riga della palla che diventano undici quando non ha possesso. Davanti il polacco con il brasiliano Savio Bortolini Pimentel in appoggio. Dellas gioca tre metri sopra la riga dell'area grande con due ai fianchi e due davanti fissi, sono qui con tanta buona volontà, sono disciplinati, corrono, la tecnica è discreta ma le probabilità di continuare il loro sogno europeo non passano da Milano, lo sanno e la prendono bene.
Maicon subito al terzo minuto di testa supera in elevazione Arian Beqaj, il portiere albanese di cui si sono raccontate le gesta con la sua nazionale e nel suo club. Il colpo di Maicon è solo il primo avvertimento.
Al quinto Adriano trova Mancini solo in area che sbaglia l'aggancio, un minuto dopo un destro di Stankovic è alto di quattro dita, al nono tutto preciso: da Maicon a Mancini a Muntari che prende la mira, spara e Beqaj respinge di piede. Senza tregua, si lavora in coppia, Ibra e Stankovic, Cambiasso e Adriano. La gente applaude perché si diverte e non pensa che sarebbe stato meglio rimanere a casa, non fa neppure freddo e Ibra fa il doppio passo, l'elastico e le giravolte. Quando a due minuti dalla fine del primo tempo Adriano fa gol su centro di Maicon la gente guarda l'orologio: un tempo volato via, senza una rete ma impagabile, i primi fischi li prende Mancini dopo un quarto d'ora della ripresa per aver calciato un corner troppo in profondità. Ma quando due minuti dopo Mourinho lo sostituisce con Quaresma volano solo applausi.
Il gol di Adriano però merita. Colpisce di testa a uscire, nel senso che quando gli arriva la palla di Maicon è con i piedi sulla riga dell'area grande e il pallone è arretrato rispetto alla sua posizione. Non sono torsioni che riescono a tutti, poi c'è anche chi la mette dentro e allora il merito è doppio. Ma l'Inter gioca di prima intenzione, alcune intuizioni sono geniali, la palla passa da un piede all'altro come in un torello ai giardinetti, c'è una sola controindicazione: un gol di vantaggio è poco, i ciprioti restano in partita e nel secondo tempo fanno anche un pezzo di partita dentro la metà campo dell'Inter.
Niente di particolare, però Ibra solo davanti a Beqaj la mette fuori e l'Anorthosis pensa che prenderne due non cambia niente. E si apre. Piacciono tutti, anche Toldone che dopo quattro minuti del primo tempo si era disteso sulla sua sinistra per respingere a due pugni un destro di Dellas su punizione. La miliardata di palloni recuperati da Cambiasso (che poi s’infortunerà), la voglia di Adriano, la serata strana di Ibra che a un certo punto è rapito dal desiderio del gol che non arriva ma su ogni pallone mette un timbro e la gente sulla punta dei seggiolini.
A una decina di minuti dalla fine Mourinho ha richiamato Adriano e Cambiasso, dentro Cruz ma l'Inter voleva far segnare Ibra che aveva lavorato molto e cercava soddisfazione. A un minuto dal termine ha attraversato il campo di potenza, l'ha messa sul piede di Cruz, fuori, poi su quelli di Quaresma, aggancio sbagliato. La menata è stata proprio questa, un solo gol di vantaggio per godersela veramente fino in fondo.
Occasioni tante, parate del bravo Beqaj poche, una respinta di piede, un sinistro e destro di Ibra centrali, il resto sono palloni che sibilano a lato, ci sarebbe un rigore, eventualmente, non fischiato dall’inglese Webb a quattro minuti dall’intervallo per un intervento scoordinato di Constantinou in area su centro di Mancini.
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