Affitti troppo cari per i «muri» dello storico negozio di camiceria e teleria «Crovetto» di via XX Settembre che chiude i battenti a fine gennaio. I proprietari hanno confermato la chiusura della storica sede - dove avevano aperto la loro attività dal 1927 - e annunciato il trasferimento in via Vernazza. «Non siamo più adatti per via Venti - ha spiegato Michele Colombo, nipote del fondatore Angelo Crovetto -. La via impone affitti da grande catena, 1500/1600 euro al metro quadro. Sono scattati così anche per noi gli aumenti della società emiliana, proprietaria del negozio».
«Il rammarico c'è. E sta nel dover smontare un negozio storico. Svuoteremo tutti gli arredi e li riadatteremo nel nuovo negozio, cercando di mantenere la stessa impronta. Ma è anche vero che siamo una piccola azienda ben decisa a continuare - ha aggiunto -. Insomma Crovetto cambia per rimanere se stesso. E questo credo sia importante che si sappia». Cambia dunque la sede, ma l'impronta storica resta. Perché dopo 82 anni di onorata attività commerciale nella centralissima via dello shopping genovese, «Crovetto» promette la stessa discrezione e sobrietà che hanno contraddistinto la sue vetrine fino ad oggi. L'idea di un negozio di tessuti, fu del nonno Angelo Crovetto che nel 1927 aprì la bottega. Ed è il tempo che premia la scelta di specializzarsi nella vendita di tessuti per camicie. Impalati ci sono i rotoli di tessuti che arrivano dalla Francia, come dall'Inghilterra e dalla Svizzera. Ma il made in Italy ha la precedenza. Si allineano ancora oggi (così come allora) scaffali dove poter scegliere tra popelin, oxford di grana piccola e grossa, madras, flanella e zefir. Dove però cotone e lino fanno da padroni. Il prestigio aumenta tanto da finire su libri, riviste specializzate e non. Sul grande bancone c'è ancora «Capital» e Monsieur che titolano il: «Segreto di Crovetto». Pagine intere per spiegare la tradizione e la storia dell'attività commerciale in corrispondenza dei civici 95 e 97 di via Venti. Uno dei rari negozi in Italia con questa specializzazione. «Credo esistano forse a Napoli. Per il resto non mi risulta che ci siano negozi del genere nel resto del Paese» ha spiegato Michele Colombo. L'arteria principale del commercio genovese perde così un altro pezzo che racconta di storie e vissuto, per lasciare spazio a nuove vetrine.
«Le grandi catene che oggi caratterizzano via Venti sono tarate al consumo - ha continuato -. Noi qui lavoriamo su gusto e qualità. Rispettabilissimo il lavoro e le scelte altrui. Ma, noi ne abbiamo fatte delle altre. Puntiamo alla qualità della produzione».
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