Agatone e Trifina

Poiché in greco significa «buono», potete immaginare quanto fosse diffuso il primo nome in antico. E quanto, dunque, sia presente negli annali della santità. In tutte le sue variazioni: Agata, Agatone, Agatonico, Agatonice, Agatoclia, Agatopo, Agatodoro. Agatemero, Agatangelo... Tant’è che, per distinguerlo, il santo di oggi deve essere associato con s. Trifina. Infatti, nei martirologi sono menzionati sempre insieme. Perché? Non si sa. L’unica informazione in nostro possesso è che i due sono venerati in Sicilia come martiri. Ma furono martiri in Sicilia o della Sicilia? Anche questo non lo sappiamo. Forse - ma molto forse - si può identificare, come fa qualche storico, s. Agatone con s. Agatone I, vescovo di Lipari, menzionato nelle biografie dei fratelli martiri ss. Alfio, Filadelfo e Cirino. In questo caso saremmo al tempo della persecuzione scatenata dall’imperatore Decio e continuata col successore Valeriano. Il funzionario Diomede diede la caccia ad Agatone, che scappò a Lentini. Qui, però, comandava Tertullo, che non andava per le spicce con i cristiani. Agatone si rifugiò in una grotta. Ma il segretario di Tertullo, Alessandro, era amico dei cristiani e si fece indicare dove stava Agatone. Lo raggiunse e per due anni si fece istruire da lui. Agatone lo battezzò col nome di Neofito e lo ordinò sacerdote.

Morto Tertullo, il suo ex segretario divenne vescovo di Lentini. Quanto ad Agatone, non sappiamo se sia rimasto a Lentini o abbia fatto ritorno a Lipari. Su s. Trifina, poi, il buio è davvero totale. Altrettante tenebre gravano, infine, sul rispettivo martirio.

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