Agenti letterari La (ir)resistibile ascesa di chi coccola e alleva i bestselleristi

Fanno da cerniera tra autore ed editore, si occupano di copyright e della promozione dei libri all’estero. Sono le agenzie letterarie, arrivate in Italia grazie a Erich Linder, che rilevò l’Agenzia Letteraria Internazionale, fondata nel 1898 rimasta per molti anni in posizione di sostanziale monopolio. «Negli anni ’80 ne sono nate molte altre - spiega Luigi Bernabò, fondatore dell’omonima agenzia, che con Linder ha lavorato - Linder rappresentò autori del calibro di Ezra Pound, Thomas Mann, James Joyce, Franz Kafka, Philip Roth e molti altri». Da allora la situazione è cambiata. «Ormai quasi tutti gli scrittori, sia esordienti, sia affermati si rivolgono alle agenzie» afferma Bernabò. Quali le funzioni dell’agente? «L’agenzia svolge moltissime funzioni, parte dal seguire il lavoro dalla fase di elaborazione e arriva fino alla tutela dello scrittore dal punto di vista contrattuale», aggiunge Bernabò che tra i clienti annovera Ken Follet e Dan Brown. Spiega Silvia Donzelli associata dell’agenzia Pnla (Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency) che rappresenta tra gli altri Giorgio Faletti: «In Italia sono dieci, sostanzialmente, le agenzie che hanno una struttura e vivono di questo mestiere». L’agenzia può svolgere un servizio di lettura a pagamento dei manoscritti che arrivano senza essere stati sollecitati e garantire all’autore una dettagliata scheda di valutazione e di analisi del testo; altre volte svolge un lavoro di scouting alla maniera anglossassone, più attivo e non a pagamento. «L’agente - sottolinea Donzelli - guadagna solo quando guadagna lo scrittore, in genere il 10% sui ricavi. Se invece si vendono diritti all’estero di un autore italiano, si arriva anche al 20%.

Il 10% è invece il guadagno della vendita di autori stranieri in Italia. Il contratto base con l’autore ha in genere una durata di due anni perché va tenuto conto che dal manoscritto alla pubblicazione a volte passa anche un anno».

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