Cronaca locale

Aggredì l'amico con l'acido, ora Martina gli chiede scusa

Oggi la sentenza per l'aggressione avvenuta a dicembre a Milano. La ragazza: "Sono dispiaciuta per quello che ho fatto"

Aggredì l'amico con l'acido, ora Martina gli chiede scusa

"Chiedo scusa, sono dispiaciuta per il male che ho cagionato a Pietro e ai suoi familiari": nel giorno dela sentenza, prende la parola davanti ai giudici Martina Levato, la bocconiana milanese accusata di avere scatenato insieme al suo amico Alex Boettcher, broker immobiliare, una sconvolgente serie di aggressioni a base di acido muriatico contro ex amici e rivali veri o presunti.

Oggi il tribunale presieduto da Anna Introini emetterà la sentenza a carico di Alex e Martina per l'ultima delle aggressioni, quella che il 28 dicembre ridusse in condizioni pietose Pietro Barbini, ventidue anni, già compagno di classe di Martina, inghiottito da un triangolo perverso con la ragazza e con Boettcher. Dopo avere riallacciato i rapporti con Barbini, la ragazza lo usò come strumento di vendetta contro Alex, che la tradiva ripetutamente. Ma subito dopo, d'intesa con Alex, decise di punirlo per essersi piegato al suo gioco.

Gli psicologi che li hanno incontrati in carcere, hanno stabilito che, anche nelle loro perversioni, Martina e Alex sono sani di mente, capaci di intendere e di volere. E a quel punto il pm Marcello Musso ha avanzato per entrambi una richiesta di pena assai pesante: ventidue anni di carcere, ridotti a quindici per il rito abbreviato. Ci sono assassini feroci che in casi assai noti se la sono cavati con meno. Senza contare che i due sono attesi a partire dal 6 luglio da un altro processo per gli altre episodi a base di acido.

Ora stanno parlando i difensori, nel pomeriggio il tribunale si ritirerà per decidere. Il difensore della Levato è tornato a puntare sulla incapacità totale o almeno parziale della ragazza di rendersi conto della gravità delle sue azioni: la ricomparsa di Barbini nella sua vita avrebbe messo in crisi il precario equilibrio raggiunto nel rapporto con Boettcher, "è all'interno di questo contesto che emerge in lei una idea di purificazione, un'urgenza patologica di liberarsi di una parte sporca di sé". E, come pure aveva fatto il pm nella sua requisitoria, anche il legale di Martina punta il dito sulle colpe della vittima, Barbini, che non avrebbe avuto "dinamiche limpide e rispettose", dimostrando "una mancanza di rispetto nei confronti della Levato, intesa prima di tutto nella sua figura di donna". Il riferimento è ad alcuni messaggi in cui Barbini minacciava di rendere note negli ambienti degli ex pariniani alcune abitudine sessuali della ex amica. Il gesto insomma sarebbe stato causato da "esasperazioni personali" che non lo giustificano ma per le difese deve portare ad una pena meno severa, evitando la tentazione di "condanne esemplari".

In sostanza, più che della colpevolezza degli imputati (che vennero arrestati praticamente in flagranza) i giudici dovranno occuparsi della giusta valutazione della pena. Sono colpevoli allo stesso modo, Alex e Martina? Nell'agguato, il ruolo operativo principale è toccato a lei.

Ma l'intera vicenda, e lo stesso referto degli psicologi, sembrano indicare che la ragazza era succube in modo plateale di Alex: al punto che ancora oggi, come subito dopo l'arresto, cerca di prendersi tutte le colpe e scagionare Boettcher, anche a dispetto dell'evidenza. Terranno conto, i giudici, di questa subalternità mentale?

Commenti