Agli antipodi dell'inciucio

La mossa di Berlusconi è d’attacco: energica se non aggressiva. Agli antipodi dell’inciucio. Ho faticato un po’ per spiegarlo ieri alla Bbc che chiedeva: «Gli alleati di Berlusconi rifiutano il suo nuovo partito: è dunque un fallimento?». No, dicevo: è il contrario. Berlusconi che dal 2001 è stato il costruttore dell’alleanza ma anche dei singoli partiti alleati, vista la cattiva riuscita dell’alleanza durante il suo governo e poi all’opposizione, ha deciso di rovesciare e chiudere la partita. In che modo? Valutando che la sua leadership è altissima fuori di Forza Italia, molto oltre ha lanciato la sfida adesso perché sa che Dini farà cadere il governo Prodi come regalo di Natale e a quel punto si dovrà far finta (questa è la nostra opinione: soltanto far finta) di fare una nuova legge elettorale d’accordo con Veltroni ma con tempi strettissimi perché il referendum è alle porte. Se si fa una nuova legge, allora si dovrà votare perché il Parlamento sarà delegittimato. E se no ci penserà il referendum. Ma la ragione reale dello snodo intermedio fra la caduta di Prodi e le elezioni anticipate è quella di consentire l’uscita ordinata e onorevole di quella sinistra che detesta Prodi e che ancor più detesta l’imposizione del Pd. La sua ricollocazione la renderà disponibile.
A quel punto (ragiona secondo noi Berlusconi) sfiderò gli alleati a correre ciascuno per conto suo e la mia leadership uscirà dalle urne con una forza travolgente mentre loro (esclusa la Lega) saranno ridotti alle reali dimensioni che avrebbero sempre avuto senza le trasfusioni berlusconiane. Raggiunto questo risultato, posso giocare da solo e decidere se e quando, per il bene del Paese, fare accordi con la sinistra o ricreare una coalizione a destra.


Questa la sfida che ha provocato terremoti, panico ed entusiasmi: l’elettorato di Forza Italia, che ha avvertito per anni un senso di soffocamento, sembra oggi al delirio. Ma la forza di questa mossa può provocare terremoti dentro An e Udc se Fini e Casini non sapranno dare risposte adeguate, una volta superato il momento dell’asprezza.
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