C’è una maglietta,dicesi anche t-shirt per la forma del taglio, una maglietta, dicevo, che sta andando a ruba. Quella di Pato? No. Quella di Eto’o? Nemmeno. Forse le vintage di Del Piero e di Totti? Allora, di sicuro, quelle di Lady Gaga, di Amy Winehouse o di Vasco Rossi? Il presidente Barack Obama? L’euro o erosfinanziere, Strauss-Kahn? Il colonnello Gheddafi? Non ancora. Si tratta dell’Avvocato, sì, Gianni Agnelli. Versando euro cento si entra in possesso della succitata maglia, grigio il colore, l’immagine è quella di Agnelli con i bianchissimi capelli al vento, l’Avvocato deve essere alla guida, non di una delle autovetture aziendali (da lui accompagnate dall’articolo maschile «gli» automobili) ma di uno scafo, probabilmente lo Stealth, la barca di ventisei metri con la coperta rivestita in teak e dotata di un albero di trentasei metri.
Ma lo yacht non si vede, piuttosto è la figura ingrandita di Agnelli a riempire la maglietta.L’Avvocato indossa una camicia denim, è il tessuto jeans. La qual cosa aggiunge fascino alla leggenda, per cui il capo è diventato un cult , un must , tutta quella roba lì che serve a gonfiare le casse della Brand Stain, la ditta produttrice attraverso il marchio «Inutile», aggettivo che dovrebbe suggerire non l’investimento ma la grande fuga, la totale banalità dell’indumento medesimo. Ma la moda e il vezzo della stessa non prevedono ostacoli, non impongono riflessioni e prudenze.
Si compra, si indossa, si trasmette il messaggio, il tam tam, tramite videotelefonino, moltiplica i clienti,i negozi esauriscono l’articolo e le scorte; la famiglia del patriarca non riceve un solo centesimo dal ricavato, fatto inedito che potrebbe provocare qualche disturbo e controversia, considerate certe tendenze tribunalizie di alcuni componenti della dinastia. Gianni Agnelli era già una maglietta, una mutanda e altro,con il marchio«Johnny Lambs », traduzione de noantri . Maallora si trattava di gioco industriale, Giorgio Tocchi, lo stilista che ebbe l’idea, era un conoscente del presidente della Fiat. Gianni Agnelli lascia in eredità se stesso, la propria immagine che passa dalle copertine alle magliettine.
Quando la Ferrari incominciò a perdere colpi e gran premi a causa del dominio della Benetton, lo stesso Avvocato, con la consueta perfidia, così commentò: «Cercheremo di fare le magliette meglio di Benetton». La Ferrari si è ripresa appena ma le magliette «Inutile» sono in pole position , con molti giri di vantaggio sulle rivali che portano l’immagine di Steve McQueen. Va da sé che, trovandoci nel bel paese, la macchina del taroccamento è immediatamente entrata in funzione. Il falso dell’Avvocato va via come il pane, ma a metà prezzo, anzi con un taglio alla Tremonti, con trentasei euro si può avere un fac-simile ma davvero simile se non uguale all’originale. Da Che Guevara a Gianni di Villar Perosa, la rivoluzione si fa industriale. Quali altri personaggi nostrani meriterebbero il timbro? Sento già aria di invidia e gelosia tra politici e politicanti. C’è da dire che questa nuova tendenza e bizzarria dovrebbe e potrebbe avere incuriosito il Marchionne Sergio, il quale si è fatto un po’ di pubblicità con i suoi maglioni blu, uguali sempre, dovunque e comunque anche se in cento fili cachemire. Ma il grande guru della Fiat non ha mai pensato di metterci sopra la propria istantanea, di sicuro meno affascinante, meno sensuale dell’ex titolare della ditta per la quale oggi lo stesso Marchionne lavora.
Sta di fatto che l’idea potrebbe svilupparsi in famiglia, Lapo e John sono due facce giuste per nuove t-shirt. Provate a suggerirlo a donna Margherita, la loro genitrice. Resta un ultimo dubbio: il testimonial.
Per ora il personaggio più noto che ha esibito l’indumento è Bellavista Antonio, ex capitano del Bari calcio, coinvolto e arrestato per lo scandalo delle scommesse. Il Bellavista, abbigliato con quel capo, è uscito dal casa circondariale di Cremona. Si cercano altri indossatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.