Enrico Lagattolla
da Milano
«Sei una guerrafondaia». «E tu un individuo insignificante». Era cominciata così, un anno fa, la battaglia mediatico-legale tra Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione comunista, e la scrittrice Oriana Fallaci. Il primo, dalla poltrona di Porta a porta si augurava che lultimo libro della discussa intellettuale («La forza della ragione») si rivelasse un «flop» editoriale, definendolo «unistigazione alla guerra di religione \ che spinge allodio e rischia di dare motivazioni folli ai terroristi». Tre giorni dopo, la Fallaci rispondeva dalle colonne del Corriere della Sera, apostrofando il rivale come «linsignificante individuo per il quale non ho mai avuto il minimo rispetto \, il boss del Social Forum, \, una nullità che il suo mendace pacifismo lo predica con le arcobalenate inneggianti ai kamikaze». Agnoletto sporse querela per diffamazione.
La vicenda, però, non è finita come il «boss del Social Forum» sperava. Il gup di Milano Bruno Giordano ha prosciolto infatti la giornalista, sottolineando come quelle di Agnoletto siano «affermazioni livorose, che aggrediscono la nota autrice, ponendo una chiara relazione e associazione tra le opinioni della Fallaci, lodio alla base del terrorismo e addirittura la guerra tra le religioni». In sostanza, «si tratta di provocazione». Di più, sottolinea come Oriana Fallaci - «una donna che è stata universalmente riconosciuta quale testimone di pace» - sia stata vittima di «una denigrazione gratuita».
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