Ahmetovic a Roma: Veltroni rifiuta la patata bollente

Polemiche sull’annunciato trasferimento del nomade che travolse quattro ragazzi

Ahmetovic a Roma: Veltroni rifiuta la patata bollente

Marco Ahmetovic, il rom che ubriaco alla guida di un furgone travolse e uccise nello scorso aprile quattro ragazzi di Appignano del Tronto, non sarà trasferito a Roma. Il mare di polemiche, scatenato dalla notizia, ha spinto il sindaco Walter Veltroni ad alzare il telefono e chiamare il presidente della Corte di Appello di Ancona per chiedere di scegliere un’altra destinazione per far scontare i domiciliari al ventiduenne. Una decisione che fa discutere in tutti i sensi, da ogni lato si tenti di giudicarla.
Il Gip di Ascoli, Annalisa Gianfelice, infatti, ieri aveva deciso che Ahmetovic uscisse di prigione per essere ospitato in un campo nomadi romano, per seguire cinque giorni alla settimana una riabilitazione dalla dipendenza da alcool in un centro di recupero. Ma la disposizione non è piaciuta agli esponenti politici della capitale, che hanno fatto pressione sul sindaco, che a sua volta è intervenuto con il Guardasigilli. «Il Ministro Mastella deve disporre un’immediata ispezione che accerti le motivazioni dell’incomprensibile comportamento del Tribunale di Ancona su questa vicenda - dichiara Isabella Bertolini, vice presidente dei Deputati di Forza Italia - questo pericoloso pluripregiudicato, assassino di 4 giovani innocenti, al quale erano stati revocati i domiciliari meno di venti giorni fa per averne violato le regole di isolamento, viene ora scarcerato dalla magistratura senza giustificazioni plausibili. Tutto ciò è inaccettabile». Poi incalza. «Trovo altrettanto sconcertante che il sindaco Veltroni - segretario del Pd riesca a condizionare la decisione del tribunale anconetano, ottenendo che Ahmetovic non venga trasferito a Roma. Chiediamo al Guardasigilli di fare piena luce su una vicenda raccapricciante che evidenzia come questo esecutivo sia incapace di gestire l’emergenza sicurezza e criminalità nel nostro Paese».
Della stessa opinione il segretario de La Destra, Francesco Storace. «Questo balletto è incomprensibile - spiega Storace -. Prima il criminale viene messo in un residence, poi in carcere, poi si vuole trasferirlo in un campo nomadi a Roma. E ora si apprende che basta una telefonata di Veltroni, non si sa a che titolo, per ricominciare come al gioco dell’oca dal residence di San Benedetto del Tronto. Ma un delinquente non sta meglio in galera?». «Questo rom continua a far notizia - incalza Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An alla Provincia - addirittura si era organizzato con tanto di manager per prestare il suo volto a immagini pubblicitarie. Questa storia è un carosello di informazioni e disinformazioni dove sembra, tra l’altro, che sia sufficiente che il sindaco Veltroni alzi il telefono per avere un ulteriore contrordine». Critiche verso il sindaco e verso il ministro Mastella, che si è fatto condizionare da una telefonata per far fare dietro front ai magistrati, sono giunte anche dal padre dell’assassino.

«Quando sono tornati dall’incontro di Roma con il ministro, i genitori dei quattro poveri ragazzi hanno raccontato che Mastella avrebbe fatto loro un “regalo”. E l’ha fatto: il mancato trasferimento di mio figlio a Roma».

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