Ai milanesi piace il Far West, boom dei rodei

Far West a Milano: crescono in città i patiti di cappelloni Stetson, vaqueros, speroni e costate giganti. Come gli appassionati di «line dance», il ballo con urletto e saltello alla Billy the Kid. C’è addirittura chi, il fine settimana, pratica il «bull riding» a cavallo di un toro; mentre riscuotono sempre più successo i maneggi che praticano la monta western e i negozi di abbigliamento, i ristoranti, le discoteche e tutto quanto si ispira al leggendario West. Cosa succede?
«Forse molta gente è stufa di modelli che ingabbiano: la musica disco, l’happy hour, la giacca con cravatta, e cerca nuovi spazi per divertirsi in contesti più originali». Chi parla è Diego Albano, 31 anni, insegnante di ballo texano, cappellone in testa e giacca a frange, presidente della Country Music Association, sodalizio nato allo scopo di diffondere nei locali milanesi la passione per la line dance. «Un ballo per tutte le età - prosegue - in cui prevale la voglia di divertirsi e di stare in compagnia». Adesso Diego, insieme al dj Mich, insegna two step, couple dance e line dance tutti i giovedì sera al Country pub di piazza Napoli e giura che ogni anno ha almeno 300 iscritti. «Tra di loro - prosegue - ci sono appassionati di auto americane, oppure di musica da saloon o di cavalli».
E a proposito di cavalli, nel Milanese sono sempre di più i «ranch» aderenti all’Associazione italiana equitazione western (sito Internet www.aiew.com). «Cavalcare alla maniera di Tex - dice Bruno Danovaro, ex campione del mondo di sollevamento pesi, oggi istruttore presso il Centro ippico La Rocca di Cambiago - è cosa totalmente diversa dalla monta tradizionale. È un vero e proprio stile di vita che nasce nelle grandi praterie dove i vaqueros condividono gran parte della giornata con gli animali». Una relazione affettuosa con la propria cavalcatura, proprio come Robert Redford nel film L’uomo che sussurrava ai cavalli. I 240 iscritti al centro, in gran parte provenienti da Milano, amano cavalcare in piena sintonia su docili e robusti «quarter horse» usando le selle americane a staffa lunga pensate e realizzate dai cavallanti Usa per stare in posizione comoda.
Ma ci sono anche gli emuli del rodeo che si ritrovano puntualmente al Cow boys Guest Ranch di Voghera. Le specialità insegnate in questa vastissima struttura all’insegna dell’Old West completa di hotel, ristorante e discoteca, negozi, pista al coperto per il rodeo e parco divertimenti sono tre: il «saddle bronc riding», ovvero stare in sella a cavalli mai domati; il «bareback bronc riding» che è lo stesso esercizio ma su cavalli non sellati e il «bull riding» dove a essere cavalcato è un toro. «Insegniamo queste e altre discipline - dice Carlo Riccardi, che del Guest ranch è amministratore - a un buon numero di giovani appassionati che provengono anche da Milano: tutta gente a caccia di emozioni forti».
Anche a tavola crescono gli emuli di Pat Garrett: costata del Nebraska, filetto argentino, oppure la classica t-bone steak accompagnata da tortillas, pannocchie bollite e fagioli messicani ormai sono piatti acquisiti. Oggi a Milano ci sono 30 ristoranti tex-mex disseminati in ogni parte della città. Quasi tutti hanno atmosfere e arredi da saloon e diffondono musica country. Alcuni, come il Dixieland Café di viale Umbria, organizzano periodicamente concerti dal vivo e lezioni di country dance dove i partecipanti, abbandonata per qualche ora giacca e cravatta, si presentano magari con Stetson, vaqueros, camicie a scacchi e «bolo tie», il tipico cravattino a stringa.


Infine i negozi di abbigliamento western. Non sono moltissimi ma ben forniti. Solo due nomi: Monri Cuir in via Spallanzani soprattutto per i collezionisti di «buckle», le fibbie da cintura dei vincitori di rodeo, e Don Quijote in corso Garibaldi.

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