Un aiuto per la demenza senile

In Liguria il 6% degli ultrasessantacinquenni è affetto dalla malattia

Non è una novità sentir parlare della Liguria come una delle regioni più anziane d’Italia. Ma è con i dati alla mano che il quadro si fa più chiaro.
Nella nostra regione circa il 26 per cento della popolazione supera i sessantacinque anni, contro una media nazionale del 16-18 per cento. Di questi ultra sessantacinquenni, almeno il sei per cento risulta affetto da problemi legati a una sorta di demenza senile. I casi aumentano, ovviamente, con l’avanzare della fascia d’età considerata. Questo quanto emerso a margine del convegno «L’amministratore di sostegno, l’applicabilità in ambito ospedaliero», organizzato dalla sezione psichiatrica del Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica dell’Università di Genova e dal corso di Laurea in servizio sociale dello stesso ateneo.
L’amministratore di sostegno, istituito con la legge 6/2004, è una figura che interviene a supporto della persona del tutto o in parte priva di autonomia.
«Da quando questa forma di appoggio è stata creata - dice Realino Marra, preside del corso di laurea in Servizio Sociale -, sono già state inoltrate al Tribunale di Genova oltre 700 domande di assistenza. Circa 400 sono state le nomine effettuate».
Può essere nominato amministratore di sostegno un parente prossimo, figlio o nipote, un vicino di casa, un amico, chiunque ne faccia richiesta e sia ritenuto idoneo dal Giudice. «È chiaro che una tale flessibilità permette un approccio più semplice a questo strumento - spiega Maria Rosa Spallarossa, vicepresidente del corso di laurea in Servizio Sociale -. Ma visto il “successo” dell’amministratore, si rende a questo punto necessaria la creazione di strutture in grado di fornire una formazione specifica a chi ricopre questo ruolo».
Formazione che sarà seguita a diversi livelli secondo l’impegno preso da parte dell’amministratore nei confronti del suo assistito. Il ventaglio degli interventi è infatti ampio: si va dalla gestione delle piccole esigenze quotidiane (ad esempio pagare tasse, bollette) al supporto nelle decisioni riguardanti la salute. «Proprio come farebbe un nipote per convincere il nonno a prendere la medicina che lui rifiuta - commenta il professor Patrizio Odetti, gerontologo -. In una regione anziana come la nostra, l’istituzione di una figura del genere potrebbe anche diventare una vera e propria professione».


«I dati che abbiamo a disposizione ci affermano che dobbiamo prestare sempre più attenzione agli “stadi intermedi della salute” in cui si possono alternare momenti di lucidità a disturbi psichici - sottolinea il professor Filippo Gabrielli del dipartimento di neuroscienze -. Il ricorso all’interdizione, che preclude alla persona ogni forma di attività giuridica, risulta eccessiva in casi come questi, sempre più numerosi nella nostra regione».

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