RomaFumano gli insegnanti, fumano i bidelli, inevitabile che fumino anche gli studenti. Un ragazzo su tre, tra quelli che frequentano le superiori (il 31 per cento), confessa che nel suo istituto accendersi una sigaretta è un comportamento accettato e che non desta alcuna reazione da parte di chi invece dovrebbe vigilare. Dunque è un fatto: nelle scuole italiane il divieto di fumo, imposto dalla legge Sirchia nei luoghi pubblici ed entrato in vigore nel 2005, viene allegramente ignorato.
Ecco perché i senatori Ignazio Marino (Pd) e Antonio Tomassini (Pdl) hanno messo a punto un disegno di legge bipartisan per vietare la vendita delle sigarette ai minori di 18 anni. Previste sanzioni pesantissime per chi viola le nuove norme. Liter del ddl a Palazzo Madama è praticamente concluso, manca soltanto il via libera della commissione Bilancio e poi il testo passerà alla Camera. A confermare una realtà purtroppo già nota a chiunque abbia figli a scuola è la ricerca di Cittadinanzattiva condotta su un campione di oltre 3.000 istituti: 1.641 tra licei e istituti superiori e 1.572 medie. I dati sono preoccupanti tanto più che, sottolinea Cittadinanzattiva, «il numero di chi ammette di fumare a scuola è senza dubbio inferiore a quello di chi poi effettivamente lo fa». É chiaro che manca la vigilanza da parte di presidi, insegnanti e bidelli. Una realtà comunque «a macchia di leopardo». In molte scuole ad esempio si può fumare soltanto in cortile, giocando sullequivoco degli spazi aperti, in altri istituti, casi più rari per fortuna, si fuma in classe e non soltanto gli studenti ma pure i docenti, il 3 per cento alle superiori e l1 alle medie. Nelle superiori il 77 per cento degli intervistati ha visto fumare a scuola i propri insegnanti, nelle medie il 49 per cento. Non stupisce quindi sapere che il 25 per cento dei docenti delle superiori è indifferente di fronte al ragazzo che fuma. Soltanto il 28 per cento degli insegnanti segnala il fatto al dirigente scolastico, responsabile della sicurezza e del rispetto del divieto di fumo. La situazione è migliore nelle medie. Qui il 50 per cento dei docenti segnala il mancato rispetto del divieto al preside. E infatti soltanto il 4 per cento degli studenti delle medie confessa di fumare a scuola. Dove si fuma? Nei licei il 70 per cento lo fa in cortile ma cè un sorprendente 8 per cento che fuma in classe e un ancor più sorprendente 7 per cento che si accende la bionda in palestra. Si spera non mentre fa ginnastica. Alle medie dove esiste più controllo si fuma, evidentemente di nascosto, in bagno, 49 per cento, o appena fuori dalla scuola, 60 per cento. La realtà però è molto disomogenea. Alle superiori si fuma molto nel Lazio e meno in Lombardia: il 52 per cento contro il 43 per cento. Che cosa accade quando il docente decide di segnalare la violazione al preside? Lo studente delle superiori nel 31 per cento dei casi si prende una multa che va dai 25 ai 100 euro. Nel 9 per cento viene sospeso e nel 6 si prende soltanto un richiamo. Più rigidi alle medie: il 32 per cento viene sospeso.
«Nelle scuole mancano i cartelli con il divieto di fumare, la vigilanza e le sanzioni scarseggiano - osserva Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva - Occorre estendere il divieto di fumo a tutti gli spazi della scuola compreso il cortile anche per tutelare i non fumatori dal rischio del fumo passivo».