(...) Citando la metropolitana, i cavi dellAem o dellacquedotto che rischiano una convivenza difficile con le radici. Non è un caso se giusto una decina di giorni fa Piano alla fine si è sfogato: «Comè difficile lavorare a Milano, pensavo che il progetto fosse coinvolgente, invece per nulla, mi sono sentito dire di tutto, che la città è fatta di pietra e non di verde, e castronerie varie. Ma ci riusciremo». Anche la replica del Comune, per bocca dellassessore allArredo urbano Maurizio Cadeo, è stata secca: «Gli architetti dovrebbero tenere presente che i loro progetti devono essere compatibili con i servizi già esistenti di una città».
I tecnici di Palazzo Marino hanno espresso «forti preoccupazioni» anche per via Dante, per la presenza di sottoservizi difficili da spostare e perché le solette sono state rifatte di recente e sono molto resistenti.
E mentre si cerca la mediazione, anche i consiglieri oggi diranno la loro. Il presidente della Commissione, De Pasquale, ribadisce che «i grandi architetti potrebbero dedicarsi soprattutto a piazze che non hanno elementi che le caratterizzino in maniera forte, o alla periferia. Bene invece che si realizzi il progetto di piantare 90mila alberi anche in chiave antismog, ma non solo in centro». Lassessore Cadeo non ha mai nascosto forti perplessità su un progetto così invasivo per il centro, ma attende i riscontri della polizia municipale e di Atm. «Quando ci consegneranno i pareri definitivi sulla fattibilità valuteremo - spiega -, e dovremo esaminare anche la spesa, dovrebbe aggirarsi intorno ai due milioni. Forse ci sono sponsor disposti a coprirli». Si dividono anche i commercianti: Giuseppe Gissi, presidente di Dante Futura, neonata associazione che riunisce dodici negozianti di via Dante, ha definito il progetto «una rovina per una delle strade più belle di Milano». Diversa la posizione dellUnione del commercio.
Alberi di Abbado, è in forse pure via Dante
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