Politica

Alex, baby dottore a 21 anni ma solo col permesso del Tar

Nino Materi

In un mondo universitario che «regala» lauree ad honorem a cantanti, motociclisti, attori e umanità varia, Alessandro Gravili, 21 anni, da Salice Salentino in provincia di Lecce, rischia di apparire «fuori moda». Lui, infatti, è il prototipo del giovane che si impegna, studia e si laurea con il massimo dei voti. E, in più, lo fa anche all’età record di 21 anni: cioè ben due anni prima di quella che è la media dei suoi colleghi «neodottori».
Ma Alessandro (per gli amici Alex) per vedersi riconosciuta la validità del suo sudato «pezzo di carta», ha dovuto ingaggiare una cruenta battaglia a colpi di carta bollata. Che però alla fine l’ha visto vincitore, col Tar della Puglia pronto non solo a dargli ragione, ma anche a dargli una ideale «lode» con tanto di «bacio accademico».
E dire che a mettere il bastone tra le ruote di Alessandro era stato proprio lo stesso ateneo nel quale nel giro di 24 mesi era passato dallo status di matricola a quello di dottore il Lettere e Filosofia. Bruciando le tappe, ovviamente. Con una velocità talmente inconsueta che l’università di Lecce aveva deciso di ritardare «per ragioni di statuto interno» la data di discussione della tesi del baby laureando.
Inevitabile, a questo punto, il ricorso al Tar. Che, nel giro di poche settimane, è venuto a capo della questione, riconoscendo ad Alessandro il diritto a ultimare l’iter accademico.
Una storia - questa del «dott.» Gravilli - da Guinness universitario: Alessandro, classe '84, nel gennaio del 2003 decide infatti di iscriversi alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo di Lecce. I 30 e lode arrivano con una rapidità pari solo alla corsa di un giaguaro nella savana. Col risultato di raggiunge quota 180 crediti con la media del trenta in solo due anni anziché, dei canonici tre come «vorrebbe la legge».
«Una volta finiti gli esami - racconta il giovane «fenomeno» di Salice Salentino - ho presentato regolare domanda di laurea in segreteria per poter sostenere la discussione della mia tesi alla fine di aprile, e così cominciare a seguire i corsi della laurea specialistica».
A dieci giorni dalla fatidica ora X, ecco il colpo di scena: «Lei è stato troppo veloce, il nostro ordinamento non permette ai ragazzi di laurearsi in così poco tempo», spiegano poco convincentemente dalla segreteria. Tanto poco convincentemente che Alessandro ricorre immantinente al Tribunale amministrativo regionale pugliese. Tar che, in un primo tempo, si limita a permette ad Alessandro di laurearsi ma con «riserva»; «riserva» che cade definitivamente un mese dopo la discussione della tesi e che, di fatto, «scongela» il titolo accademico conquistato da Alessandro, regalandogli così il primato di studente più veloce d'Italia. «Il Tar mi ha dato ragione perché secondo il nuovo ordinamento - sottolinea raggiante Alex - per laurearsi non è importante la durata del corso, ma il raggiungimento dei 180 crediti necessari per accedere alla prova finale. Sono felice perché grazie a questa sentenza adesso anche altri ragazzi avranno la possibilità di finire gli studi più velocemente».


Nella speranza che - a suo tempo - magari trovino un posto di lavoro.

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