da Milano
Poche foto, un breve filmato e un nome, Mi.To, con quel puntino in mezzo, messo lì per incuriosire e per raccontare. Non è molto, ma per gli alfisti di ieri e di oggi ce nè in abbondanza per cominciare a sognare, partendo proprio da quel punto divisorio, quasi un vezzo che, quando la nuova compatta Alfa Romeo, nel mese di luglio, scenderà in strada, è destinato a scomparire dalla coda dellauto per cedere il passo al Mito. Il mito nato sullasse Milano-Torino, le due capitali dellautomobile italiana, città così diverse ma unite, da oltre ventanni, dal marchio Alfa Romeo, che non perderà mai la sua milanesità, indipendentemente da dove le auto col Biscione sullo scudo verranno costruite.
Non cè spazio per la nostalgia di fronte alla nuova Alfa, perché dello storico patrimonio del marchio, la Mi.To fa il suo trampolino di lancio verso il futuro, come dimostra il design (inizialmente tracciato ad Arese e quindi completato a Torino), chiaramente ispirato alla 8C Competizione, per far vivere ad un pubblico più vasto l'emozione che la meravigliosa ed esclusiva granturismo sa suscitare. Il richiamo è fortissimo nel frontale, dalle linee tormentate, in continuo movimento, dominato dal grande «trilobo» formato dallo scudo e dai baffi laterali che integrano le prese daria. La forte curvatura del cofano, la posizione arretrata dei grandi proiettori e i vetri laterali a giorno, che coprono il montante, trasmettono la sensazione che la Mi.To stia per scattare con il tipico rombo Alfa. Con queste forme, e con prezzi che dovrebbero partire da 15/16mila euro, la Mi.To, saprà conquistare anche i tradizionalisti che hanno sempre rifiutato lidea di unAlfa Romeo compatta, lunga 4,06 metri larga 1,72 e alta 1,44, dimensioni invece perfette per andare alla conquista in un segmento difficilissimo e far guadagnare posizioni al marchio su mercati chiave come la Germania o il Regno Unito. A fare la differenza rispetto ai concorrenti, difficili da individuare vista loriginalità della Mi.To, sarà la tecnologia, quella indispensabile per fornire le prestazioni che è giusto pretendere da unAlfa. Come il dispositivo «Alfa Dna», un comando che agisce contemporaneamente su motore, freni, sterzo, sospensioni e cambio, offrendo la possibilità di scegliere tra tre diverse modalità di guida: Normal, ideale per circolare in città; Dynamic, quando si cerca una guida sportiva; All weather, per affrontare in sicurezza i fondi a scarsa aderenza.
In ogni momento lesperienza di guida sarà sempre coinvolgente, con ladrenalina pronta a salire ogniqualvolta il pilota lo richieda, indipendentemente dal motore scelto. In estate, al momento del lancio, i propulsori offerti saranno quattro, tutti sovralimentati con turbocompressore, 1.4 litri a benzina e 1.9 diesel, con potenze comprese tra 90 e 155 cv, ma a questi, con un sapiente dosaggio nel tempo, ne saranno aggiunti di più potenti, in linea con quanto propongono le vetture premium con cui la Mi.To va a confrontarsi forte del suo temperamento sportivo. Alla più piccola delle Alfa Romeo tocca infatti la sfida più grande, quella di riportare il marchio a quote di mercato più adeguate al valore delle sue vetture e di percorrere la prima tappa dellimpegnativo cammino verso il traguardo delle 300mila Alfa Romeo vendute nel 2010, esattamente il doppio di quelle immatricolate lo scorso anno. Sbarcherà, Mi.To, negli Stati Uniti? Difficile dirlo, ma il desiderio di Sergio Marchionne di varcare ancora una volta lAtlantico si va facendo sempre più intenso e da parte degli americani, che non hanno mai smesso di coltivare il «mito» Alfa Romeo nonostante le delusioni causate dalla 164, laccoglienza sarebbe entusiastica, come quella riservata alla 8C Competizione, che Oltreoceano è già la nuova icona del brand italiano.
Attingere alla propria storia, esaltare il passato, non sono operazioni rétro, ma un privilegio riservato a pochi, basta saperlo fare bene e il gruppo Fiat sembra esserci riuscita, non soltanto con Mi.To, ma anche con Lancia Delta e 500 Abarth, le apripista del premium made in Italy.
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