Alga tossica, Comune indagato

Il pm attende altre relazioni per individuare eventuali responsabilità dei singoli amministratori

Alga tossica, Comune indagato

Forse ci siamo. Forse il giallo dell’alga killer che ha tenuto col fiato sospeso, più che i bagnanti genovesi, sicuramente i gestori degli stabilimenti balneari cittadini è vicino a una soluzione.
Era il 17 luglio (non per essere superstiziosi, ma chissà), quando all’Ospedale S Martino di Genova si presentava, barcollante, semicieco, ed evidentemente spaventato, il primo ignaro bagnante genovese, presto seguito a ruota, nell’arco della giornata, da altri 194 compagni di sventura nelle stesse precarie condizioni.
Le conseguenze non avevano certo tardato a farsi sentire: negli stabilimenti genovesi brandine desolatamente vuote ed ombrelloni ermeticamente chiusi facevano capolino nel consueto panorama brulicante e colorato delle spiagge liguri. E non dimentichiamoci che nel medesimo periodo una misteriosa epidemia di epatite c aveva spaventato ulteriormente i genovesi.
Ovviamente si era ricorsi a questionari collettivi per evidenziare un elemento comune, un unico filo che legasse tra loro le storie dei malcapitati, almeno nei giorni immediatamente precedenti il fattaccio. E in breve eccolo l’elemento comune: una misteriosa subdola alga tropicale sviluppatasi allegramente non si sa come proprio nell’arco antistante il litorale genovese tra la zona della Foce e Nervi. E poi? E poi il nulla. La causa è stata trovata, il mistero è stato risolto, gli intossicati sono guariti, perciò il discorso è chiuso e andiamocene tutti a bere qualcosa senza pensarci più.
Eppure questa benedetta alga non è proliferata dal nulla, qualcosa deve pur averla originata e ringalluzzita al punto da permetterle di mandare al tappeto una fetta non indifferente di bagnanti.
Le ricerche delle cause del sinistro fenomeno, anche se nell’ombra, sono comunque proseguite senza sosta fino ad oggi, e finalmente pare abbiano dato un esito definitivo. I carabinieri di Noe hanno scoperto una fogna abusiva a ridosso della Fiera di Genova nella zona della Foce, si tratterebbe degli scarichi fognari di numorosi palazzi siti nel triangolo tra Brignole, Corso Aurelio Saffi e Piazza de Ferrari.
E così parallelamente al mistero dell’alga killer che ha fatto restare col fiato sospeso miglaia di bagnanti sulle nostre spiagge, se ne risolve anche un altro, dalle conseguenze indubbiamente meno nefaste, ma altrettanto deleteree, che ha tenuto per mesi col naso chiuso il pubblico dei concerti alla Fiera del mare, in mancanza di vento provvidenziale. Che si trattasse di Anastacia, come di James Brown, il pericolo di vederli accasciarsi sul palcoscenico boccheggianti, a tratti è stato tangibile.
Tra l’altro pare che insieme alle cause, il Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma abbia trovato anche un colpevole, ovviamente ben protetto da una spessa coltre di omertà , come è d’obbligo quando si tratta del Comune di Genova.
Già. Proprio così. Per il Comune di Genova è infatti scattata una denuncia regolarmente trasmessa alla Procura della Repubblica.

L’accusa è di violazione della legge 152 del 1999, nonchè di «scarico non autorizzato» e di «getto pericoloso di cose in mare» secondo l’articolo 674 del codice penale.
Anche se le responsabilità del Comune di Genova sono state appurate, non c’è però ancora alcun nome iscritto nel registro degli indagati, nell’attesa di ulteriori accertamenti.

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