Economia

«Alitalia, entro sei mesi la privatizzazione»

Spunta Della Valle: «Nel caso di cordata italiana potrei essere della partita»

Enrico Bonzio

da Milano

Entro sei mesi la vendita e difesa dell’occupazione coerentemente al piano industriale dell’acquirente. Questi i punti chiariti ieri alla commissione Lavori pubblici del Senato nel corso dell’audizione del ministro del Tesoro Tommaso Padoa-Schioppa e del ministro ai Trasporti Alessandro Bianchi, nel corso della quale non sono mancate lievi divergenze. «Il governo chiederà - ha affermato Padoa-Schioppa - degli impegni agli acquirenti in termini di servizio, di difesa del marchio e anche di occupazione, che è importante, ma l'occupazione deve essere coerente con il piano industriale» che, come è noto, sarà proposto dall'acquirente e valutato dal ministero. Da questa presa di posizione non si è discostato Bianchi che però ha chiarito più ampiamente il suo pensiero in una intervista rilasciata al settimanale L’Espresso. «Se l'Alitalia si è salvata finora è perché negli anni lo Stato ci ha messo soldi su soldi, 5 miliardi in tutto, una cifra enorme». Ma, ha poi aggiunto Bianchi, nel sindacato «ognuno ha coltivato il suo orto». Ebbene ora «la ricreazione è finita». Durante l’audizione, riguardo ai vertici, il ministro ha anche detto che se l’attuale numero uno Cimoli va bene al Tesoro, che ha la competenza su Alitalia, va bene anche a lui.
Riguardo alla cessione della quota del 30,1% della compagnia, Padoa-Schioppa ha affermato che «è plausibile che lo Stato mantenga una quota», ma nulla è stato deciso in proposito. Sicuramente, però, ha chiarito ancora «non c'è spazio per la golden share». Il percorso di vendita è oramai delineato e si concluderà, in circa 6 mesi, con la firma di un contratto di cessione che prevede l'accensione di «garanzie» per il rispetto degli impegni presi da parte dell'acquirente.
I prossimi appuntamenti di rilievo saranno la scelta dell’advisor prevista per domani, e il bando di gara atteso tra una quindicina di giorni.
Sull’operazione è perplesso Silvio Berlusconi: «Non so, anzi non immagino chi possa essere interessato a questa Alitalia». Quanto alle ipotetiche alleanze che si sarebbero potute realizzare negli anni del suo governo, Berlusconi rivela di essersi speso per un patto con Air France. «Ma l'accordo non si potè fare per l'eccessiva sindacalizzazione e l'eccessivo ruolo dei sindacati in Alitalia».
A proposito di cordate italiane il primo imprenditore a farsi avanti è Diego Della Valle che in un’intervista a Repubblica Tv ha dichiarato: «Il marchio Alitalia è un grande marchio con una quantità enorme di problemi.

Se però ci sarà un gruppo di imprenditori italiani che si vogliono mettere insieme per vedere se c'è una soluzione praticabile e possibile, potrei essere della partita pur sapendo che non è un'operazione facile e tanto meno a rischio zero».

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