Economia

Alitalia, il Tesoro vende e il titolo vola

Enrico Bonzio

da Milano

Il governo avvia il processo di privatizzazione di Alitalia e il titolo fa scintille a Piazza Affari. Dopo essere stato sospeso nella mattina di ieri dalle contrattazioni, il Tesoro ha annunciato che metterà in vendita almeno il 30,1% della compagnia con l’obbligo per l’acquirente di lanciare un’Opa sul totale del capitale, operazione che punta a tutelare i piccoli azionisti che avranno il diritto di recesso, e taglia la strada ai raider per favorire investitori dalle spalle forti. L’azione è stata in seguito riammessa agli scambi e a fine giornata sono passati di mano 219,8 milioni di azioni, pari al 15,85% del capitale ordinario della compagnia, e il titolo ha chiuso a quota 1,02 euro, con un guadagno del 6,39%.
Già iniziata la selezione dell’advisor finanziario e di quello legale che assisteranno il ministero, mentre il bando di gara verrà pubblicato entro fine dicembre. Il Tesoro ha comunque già reso noto che ai potenziali acquirenti, al momento della presentazione delle offerte vincolanti, verrà chiesto «un dettagliato piano industriale, e di vincolarsi contrattualmente con lo Stato italiano al rispetto di una serie di impegni». Ad esempio, secondo il Tesoro, questi impegni potrebbero essere un’«adeguata offerta dei servizi e copertura del territorio; livelli occupazionali; mantenimento dell’identità nazionale della società, del suo logo e del suo marchio».
All’annuncio della privatizzazione Air France-Klm ha reagito con un «no comment». Air France-Klm è legata all’Alitalia da un accordo commerciale rafforzato da un incrocio azionario del 2%. Il gruppo franco-olandese aveva annunciato alcuni giorni fa di aver avviato colloqui esplorativi in vista di un’eventuale fusione. Categorica la dichiarazione della compagnia spagnola Iberia: «Noi non abbiamo nessun interesse per Alitalia». «Domani (oggi, ndr) vedrò l’ad di Intesa Passera e tra le altre cose parleremo anche di Alitalia» ha detto il presidente del Sanpaolo, Enrico Salza, che ha aggiunto: «Siamo una banca, non facciamo opere di bene: una banca deve fare affari» e Alitalia, un buon affare «non lo era, può darsi che lo diventi».
Altri particolari si sapranno il 13 dicembre nel corso dell’audizione alla Camera dei ministri del Tesoro e dei Trasporti in seduta congiunta con la Commissione trasporti di Camera e Senato.
«Avevo già promesso che avrei fatto presto e oggi abbiamo adempiuto alla promessa», ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi. In allarme i sindacati con il leader della Cisl, Raffaele Bonanni: su Alitalia il governo «non ripeta gli errori del passato». «È urgentissima una convocazione, senza la quale è a rischio il futuro immediato di Alitalia», rincara il segretario generale della Filt-Cgil, Fabrizio Solari.

Mentre per il Sult il tempo è praticamente già scaduto, «e la mobilitazione dei lavoratori per il prossimo 15 dicembre è ancora più necessaria».

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