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Allarme Stato d’emergenza per il Lambro, depuratore in crisi a Monza

Il Consiglio dei ministri dichiara lo stato di emergenza per il Lambro «al fine di proseguire le operazioni di protezione civile per la messa in sicurezza di alcune grandi dighe» per salvare il fiume avvelenato una settimana fa da quella terribile onda nera di petrolio. E mentre il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, da Piacenza ripete ancora una volta di non preoccuparsi, che non ci sono rischi d’inquinamento né per il delta, né per l’Adriatico, in Lombardia si continuano a fare i conti di questo atto di ecoterrorismo. A partire dal depuratore San Rocco di Monza, la cui funzionalità è stata fortemente compromessa dalla massa oleosa di idrocarburi. Ora le due vasche biologiche che dovrebbero filtrare la parte organica delle acque, funzionano complessivamente al 25% della loro capacità. Che significa che una parte di microinquinanti, azoto e fosforo, finiscono direttamente nel Lambro. «Tutto il materiale proveniente dai reflui viene trattato al 25%. Mentre i solidi sospesi vengono fermati a monte attraverso il sistema primario che funziona al 100%. Contro un attentato terroristico come quello di martedì scorso, abbiamo fatto miracoli», spiegano i tecnici. Assicurano che le quantità di azoto e fosforo rilasciate in questo momento nelle acque non crea danni a fauna e flora e precisano: «I problemi ci sono soltanto se uno vuol bere l’acqua. Per questo nei comuni a valle stanno chiedendo di non attivare gli impianti di irrigazione». Ma oltre al disastro ambientale, c’è anche quello economico. Solo per rimettere in funzione le due vasche dell’impianto di San Rocco ci vorranno quasi tre milioni di euro. «I danni più grossi sono al depuratore - spiega il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi -. Hanno stimato oltre 2 milioni e 600mila euro. Per la pulizia del Lambro, del Po e tutto quello che dovremmo fare invece la cifra è ancora da calcolare.

Mi auguro che si faccia chiarezza il prima possibile e che si identifichino questi criminali che in pochi secondi hanno distrutto 20 anni di lavoro».

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