Paola Fucilieri
Il livello di allerta e sicurezza a Milano, Comune più efficiente dItalia, è sempre molto elevato. E lallarme terrorismo è una realtà con la quale le varie istituzioni, dopo l11 settembre 2001, si confrontano ormai sempre e in base al quale decidono le misure da adottare, verificando quelle già schierate in campo per tutelare i cosiddetti obbiettivi sensibili, attraverso la riunione del Comitato per lordine e la sicurezza pubblica. Per questo lallarme del Viminale - che ieri ha chiesto, con una circolare inviata alle questure, di rafforzare le misure di sicurezza intorno ai cosiddetti obiettivi sensibili legati al Vaticano e alla Chiesa cattolica in seguito alle proteste del mondo islamico dopo il discorso tenuto da Papa Benedetto XVI a Ratisbona sulla religione e la violenza - non coglie certo impreparata la città. Che, in questa critica situazione, ha serrato i ranghi, con un rafforzamento dello schieramento già messo in campo che tocca quota più 40 per cento di uomini. Agenti che pattuglieranno anche i terrazzamenti delle guglie. Una sorta di «esclusiva» che viene riservata agli obiettivi più significativi dal punto di vista della sicurezza comè ora il Duomo. Che ha già decine e decine di uomini e donne della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza impiegati nella tutela della sicurezza del Duomo e della sua piazza, tutti in contatto, 24 ore su 24, con i colleghi delle centrali operative. Personale che vigila allinterno e allesterno della basilica gotica simbolo del capoluogo lombardo nel mondo intero, controllando scrupolosamente punti daccesso e visitatori grazie anche allausilio di numerose telecamere e metal detector piazzati negli angoli più insidiosi e insospettabili.
«Certo, adesso che lallarme è specificatamente legato alla religione il Duomo e la piazza che lo circonda non sono mai state tanto pattugliate da personale in divisa, ma anche in borghese», assicurano gli stessi carabinieri che ieri si potevano incontrare, insieme ai loro colleghi della polizia, in piazza Duomo. E indicano un cane antiesplosivo che si sta infilando in metropolitana, immagine molto esplicita della «grande paura».
I numeri - degli uomini in divisa ma soprattutto in borghese che circolano per la città per vegliare su chi ci vive e ci lavora o quelli delle apparecchiature tecnologiche preposte al controllo di tutto quello che concerne la sicurezza - in casi come questi sono rigorosamente top secret. «E non trascurate gli altri obbiettivi sensibili oltre al Duomo! I trasporti e il metrò innanzitutto» ci raccomanda invece un poliziotto presente ieri in piazza Duomo.
Sorvegliata speciale, ma non certo da adesso, la metropolitana che, con le sue quattro linee, sposta quotidianamente un milione di passeggeri, 700-800mila nel periodo estivo. Già dopo lattentato alle Torri Gemelle venne predisposto un piano per la rapida evacuazione dei passeggeri e un immediato accesso dei soccorsi con tanto di vere e proprie simulazioni immediatamente dopo gli attentati londinesi. Sempre allora è stato messo a punto un piano di rafforzamento che ha fatto salire a 1.500 le telecamere in funzione, tutte collegate a ununica centrale di registrazione.
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