In un teatro dal Verme gremito, benemeriti della città, milanesi doc, famiglie festeggiano i milanesi che fanno grande la nostra città e che ogni anno vengono insigniti degli Ambrogini. «Questa è la festa dell’orgoglio profondo e condiviso di essere milanesi, di essere persone capaci di innovare, creare, rendere il mondo migliore di come l’abbiamo trovato - le parole di Letizia Moratti -. Milano è la città dove si realizzano i sogni». Tra i premiati nel nome del patrono della città ci sono sia i vigili dell’«Unità problemi del territorio», che si occupano degli sgomberi, che le mamme del Rubattino, ovvero un gruppo di insegnanti e genitori che hanno aiutano le famiglie rom del campo abusivo di via Rubattino. La civica benemerenza va a Maria Assunta Vincenti che ha ospitato alcuni bambini rom nelle giornate degli sgomberi garantendo loro la continuità delle frequenza scolastica. «Il Comune non ha fatto nulla per questi bambini - attacca - mentre il sindaco aveva promesso che li avrebbe aiutati. Con i pochi soldi che abbiamo a disposizione abbiamo finanziato borse di studio per studenti e borse lavoro per i genitori. Abbiamo anche trovato casa a 6 famiglie, ma il Comune con i suoi mezzi potrebbe fare di più». La polemica non si esaurisce qui: al momento della consegna dell’attestato le mamme consegnano simbolicamente il premio alle due madri rom, che salgono sul palco a salutare e baciare il sindaco. «Ho detto al sindaco che la ringrazio per tutto quello che fa per noi rom... cioè niente e lei mi ha risposto che c’è un progetto» racconta Alina Bucho. Non la pensa così il sindaco che replica: «Abbiamo sempre garantito l’educazione a tutti i bambini della città e i servizi sociali a tutti». Più duro il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo de Corato: «I rom abusivi non li possiamo tollerare, non possiamo trasformare Milano in una bidonville. La legge va applicata, io sono un pubblico ufficiale e i pubblici ufficiali rispettano le leggi dello Stato. Le mamme di via Rubattino intendono denunciarci? Denuncino pure tanto è la quarta denuncia, tre sono state già risolte. Noi andiamo avanti».
Grandissimo applauso e commozione per un «Ambrogino» molto sentito, quello a Stefania Antonia Berti, la testimone del pestaggio mortale contro il taxista Luca Massari. «Si è distinta per il coraggio e il senso civico - la motivazione - testimoniando con il marito Andrea Ricotti la brutale aggressione al tassista Luca Massari. Insieme si sono esposti a rischi e intimidazioni senza piegarsi alle minacce. La macchina bruciata dopo la denuncia in questura non li ha fermati. È anche grazie a loro che si è fatta luce sulla morte di Luca Massari». Sul palco con lei il cugino di Massari, Fabio Guidoni.
Applausi scroscianti e commozione anche per l’unica Grande medaglia d’oro Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, impegnata a portare la testimonianza della sua esperienza nelle scuole. Altra grande milanese Alessandra Kustermann, prima donna primario in ostetricia e ginecologia alla Mangiagalli, dirige il centro per la lotta contro la violenza sessuale e quella domestica «in trent’anni di attività si è sempre battuta in difesa delle donne e dei loro diritti».
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