Alleanza tra Centri per far crescere le difese biologiche contro il melanoma

Potenziare le difese immunitarie dell’organismo del paziente per poter combattere meglio il tumore. Così agisce la bioterapia, una nuova arma per combattere il cancro. Sperimentata adesso, in uno studio tutto italiano (NIBIT M1), contro il melanoma: la neoplasia più pericolosa della pelle, in netta crescita in tutti i Paesi industrializzati: circa 7mila i nuovi casi ogni anno registrati in Italia e 1.500 i decessi. La sperimentazione, condotta dal Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori (NIBIT), coinvolgerà 84 pazienti con melanoma metastatico per 3 anni e 8 centri italiani(università di Siena, Istituto nazionale dei tumori, San Raffaele e Istituto europeo di oncologia, Istituto per la ricerca sul cancro di Genova, Istituto oncologico veneto di Padova, Fondazione Pascale di Napoli e Istituto di Meldola. Utilizzerà un nuovo anticorpo monoclonale in associazione alla fotemustina, un chemioterapico standard per il trattamento del melanoma. «Le potenzialità di ipilimumab sono enormi», spiega il professor Michele Maio, direttore dell’immunoterapia oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena-Istituto Toscano Tumori e coordinatore dello studio. «Questa nuova molecola la stiamo utilizzando anche nel cancro della prostata e del polmone. Quanto già emerso dai trial internazionali evidenzia che siamo di fronte al primo significativo passo in avanti, nella lotta contro questa neoplasia, che, negli ultimi 30 anni, non ha fatto registrare alcun progresso». Il nuovo anticorpo monoclonale, frutto della ricerca, agisce a livello delle cellule del sistema immunitario, attraverso un meccanismo che rimuove i blocchi della risposta immunitaria antitumorale. Ne consegue che eliminando questi ostacoli, il sistema immunitario diventa «maggiormente attrezzato» nella lotta contro il tumore. «Con il nostro Network - sottolinea il professor Giorgio Parmiani, presidente del NIBIT e direttore dell’unità di immuno-bioterapia del melanoma e tumori solidi dell’Istituto Scientifico Fondazione San Raffaele - vogliamo favorire l’interazione scientifica e operativa dei ricercatori pre-clinici e clinici, impegnati nella definizione di nuovi studi per combattere il cancro con un approccio immuno-biologico».

In particolare l’immunoterapia rappresenta una forma di bioterapia. «Quest’ultima -prosegue Parmiani - comprende tutti i trattamenti che inducono modificazioni nel nostro organismo per favorire una reazione contro il tumore,senza distruggere direttamente le cellule malate».

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