Alleanze «ibride»

Luigi Cucchi

In grande crescita la domanda di auto ibride. Negli Usa lo scorso anno ne sono state immatricolate oltre 199mila, il 139% del 2004. Queste vetture hanno superato la soglia dell’1% di quota del mercato Usa e nei prossimi anni conquisteranno ampi spazi. Gruppo Bmw, Gm e DaimlerChrysler hanno illustrato un avanzato sistema completamente ibrido, la cui produzione dovrebbe iniziare nel 2007. È il frutto di una stretta collaborazione, un’alleanza su basi egualitarie, che favorisce la messa in comune delle esperienze e delle risorse per sviluppare una sofisticata tecnologia ibrida. Ciascuna azienda integrerà il sistema, adattandolo alle proprie esigenze. A Troy (Michigan) il «Gm, DaimlerChrysler and Bmw Hybrid Development Center» ha la responsabilità dell’integrazione dei sistemi e della gestione dei progetti. Uno dei fattori–chiave per l’ottimizzazione degli sviluppi tecnologici è l’enfasi data alla flessibilità del sistema, che dev’essere adattabile alle esigenze dimensionali, di peso e prestazioni delle varie concezioni e marche di veicoli.
La condivisione su vasta scala fra i gruppi dei componenti e le relazioni con i fornitori, improntate alla massima collaborazione, permetteranno alle aziende di conseguire grandi economie di scala. Attualmente i sistemi ibridi sono sviluppati per auto a trazione anteriore e posteriore e per essere applicati sui veicoli commerciali e sui Suv. Per gli esperti la nuova tecnologia rappresenta una pietra miliare grazie all’inedita combinazione completamente integrata di motori elettrici con una trasmissione a rapporti fissi. Per le sue modalità di trasmissione elettrica continuamente variabile a bassa e alta velocità, il sistema è chiamato «ibrido bimodale» (two-mode): per ottimizzare il risparmio di carburante, incorpora anche 4 rapporti fissi a ingranaggi, che permette di ottenere risultati superiori in termini di efficienza e gestione della potenza, trasferibili a una serie di applicazioni. Durante il funzionamento nelle due modalità e con 4 rapporti fissi, il sistema ibrido può utilizzare i motori elettrici per il boosting (aumento della pressione effettiva a parità di potenza) e la frenatura a recupero. Il risultato è una tecnologia ibrida che sembra fornire risultati superiori in termini di risparmio di carburante, prestazioni e capacità di trasporto. I sistemi ibridi tradizionali hanno una sola configurazione a coppia suddivisa e sono privi di rapporti fissi. A causa della ridotta capacità delle loro parti meccaniche devono trasmettere una frazione significativa della potenza prodotta attraverso un percorso elettrico a bassa efficienza, con un rendimento del 20% inferiore rispetto ad una catena cinematica meccanica. Ciò in genere impone un compromesso, costringendo il veicolo a impiegare motori elettrici più grandi, con maggiori costi e peso e minore abitabilità. Fino a oggi assoluta dominatrice del mercato Usa, il più avanzato nel segmento degli ibridi, è stata Toyota, con la bestseller Prius che incide per oltre il 52%, mentre il brand Lexus dispone della RX400h che occupa la terza posizione con il 9,7% di quota.
Il Gruppo Toyota detiene nel complesso il 70,7 per cento. Secondo posto per la Honda Civic con una penetrazione del 12,8%. In aprile Ford ha venduto sempre negli Usa 2.800 auto a doppia alimentazione (benzina-elettrica), il 50% in più dello stesso mese 2005. Il recente accordo Toyota-Subaru, che porterà il colosso giapponese a produrre dal 2007 negli Usa circa 100mila unità l’anno della Camry nell’impianto Subaru nell’Indiana, riguarderà anche le auto ibride.

In Giappone, Toyota ha deciso di aumentare la produzione di Prius nello stabilimento di Kariya: la capacità sarà portata a 120mila esemplari l’anno.
In questa nuova fabbrica, attiva dall’ottobre del 2004, verrà inoltre avviata la produzione della variante ibrida del minivan Estima.

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