Allegri Maxi allegro «Con Lopez voto 10»

Ha scelto il numero che fu di Pirlo, il 21, e chissà che non gli porti un pizzico di fortuna. Di sicuro Maxi Lopez ha avuto fede, una fede quasi ossessiva spinta al punto da blindarsi in albergo per 5 giorni, correndo sul tappeto della palestra, pur di aspettare il Milan, quella maglia e l’occasione di presentarsi questa sera a San Siro, non più nei panni di visitatore come accaduto giovedì per la coppa Italia, ma come uno del Milan. «Aspettare il Milan è stata una mia scelta, chiunque lo avrebbe fatto, lo rifarei perché giocare qui è sempre stato il mio sogno» è stato il suo biglietto da visita e la risposta tenera alle numerose censure giunte sul comportamento (Montella in particolare) inedito almeno. «A Catania mi sono sempre allenato e sono perciò pronto» la seconda garanzia firmata dinanzi alle telecamere di milan-channel. Allegri, sulle prime scettico, lo ha poi inserito d’ufficio nella lista dei convocati rimasta priva, a sorpresa, di Thiago Silva, per precauzione mandato a casa per un fastidio muscolare (Mexes il rimpiazzo). Maxi Lopez è felice come un bambino a cui hanno appena consegnato il giocattolo più atteso, Allegri è soddisfatto («il mercato del club merita 10 in pagella, devo ringraziare il presidente Berlusconi e Galliani, l’argentino è un giocatore tecnico e fisico, può giocare da solo e in coppia»), lo spogliatoio (tranne forse Inzaghi) ha gradito il rinforzo, non invece il tifo rossonero convinto di poter spalancare le braccia a Carlitos Tevez e rimasto deluso. L’idillio con l’Apache non è finito, che si sappia.
L’arrivo di Maxi Lopez, i calcoli e i mal di pancia inevitabili derivanti dalla compilazione della lista Champions (tre cambi possibili rispetto alla precedente, Taiwo, Cassano, Flamini, Yepes e Inzaghi candidati all’esclusione, termine ultimo mercoledì 1 febbraio alle 24) e quelli relativi al mese di ferro che sta per arrivare (a febbraio tra il primo e il 25, ci sono sette sfide terribili: 2 con la Juve, 1 con la Lazio, 1 col Napoli, 1 con l’Udinese, 1 con il Cesena e 1 con l’Arsenal in Champions) rischiano di distrarre tutto il Milan dalla sfida di questa sera col Cagliari che nasconde insidie evidenti. «Perché giocano da squadra e perché hanno recuperato molti elementi rispetto a dicembre» il flash di Allegri sempre alle prese con la solita emergenza in centrocampo. Questa volta ha addirittura gli uomini contati e a disposizione un solo esponente di ruolo, Emanuelson costringendo perciò Ambrosini, dopo due giorni di influenza, a togliersi sciarpa al collo e termometro sotto il braccio, per dare una mano alla compagnia. Gli altri sono ancora da recuperare. E la lista è sempre molto lunga con l’aggiunta di Merkel. Perciò Allegri ha deciso di affrontare l’evento col volto sorridente, «non cambia niente farsi un fegato così», tornato cupo solo quando gli hanno messo davanti le parole di Doni (vedere riquadro sull’argomento a fondo pagina, ndr) su Atalanta-Pistoiese del 2000.
L’arrivo di Maxi Lopez (destinato alla panchina stasera) non ha modificato l’orizzonte di El Shaarawy, promosso a pieni voti dal livornese, «è diventato un titolare». Partirà dalla panchina stasera col Cagliari ma solo perché si è spolpato a dovere giovedì contro la Lazio in coppa Italia e c’è il rischio di bruciarlo, se utilizzato senza criterio.

«I giovani sono così, ti esplodono da un momento all’altro» la spiegazione della maturazione improvvisa e strepitosa dell’attaccante che ha saputo aspettare il suo momento e dire no a un trasferimento momentaneo a Genova che pure gli era stato proposto dal presidente Preziosi.

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