«Allegria!», piange il Dottor Mike

«Posso tenerlo il cappellino o devo restituirlo?». Ore undici e quarantasei di un giovedì di dicembre. Michael Nicholas Salvatore Bongiorno riceve laurea ad honorem, indossa la toga e scambia il tocco con pennacchio per un cappellino da passeggio, nel caso suo yankee da jogging.
Milano e la Libera Università di Lingue e Comunicazione, in breve Iulm, hanno consegnato al Dr. Mike il riconoscimento massimo alla carriera, laurea in Televisione, cinema e produzione multimediale, lui ha una lacrima sul viso, dopo settant’anni tra quiz, radio, tivvù, filmini e fotoromanzi, riesce a commuoversi davvero mentre l’Aula Magna dell’Università fa la ola, posti in piedi, inviti esauriti, il ministro Gentiloni applaude come un bambino, Fedele Confalonieri abbraccia affettuosamente, il corpo docente si alza per la riverenza, gli studenti fanno un baccano da asilo, il sodale Rosario Fiorello in platea, se la spassa, con chioma lunga e già argentata, occhiali neri su un fisico da bello di mammà, e Lui, Dr. Mike, al centro del luna park, alza un braccio al cielo, urlando: «Allegria».
Tutta roba vera, bella fresca, due ore di spettacolo serio, di accademia libera, tra una laudatio e una prolusione in onore, anzi ad honorem, di questo fenomeno di anni ottantatré, capace, nella mezzoretta del suo intervento, di far oscillare la stessa età come il prezzo del petrolio al barile: «Mi hanno detto i medici che ho sedici anni in meno della mia carta di identità». E poi: «Mi è stato detto che ho diciassette anni in meno di quelli che ho». E ancora: «Mi assicurano che ho diciotto anni meno di quanti io veramente abbia». Non ci resta che scegliere la uno, la due o la tre, con la e ovviamente aperta, come Dr. Mike pronuncia da una vita.
I ringraziamenti, sentiti, risentiti, ripetuti per una mezza dozzina di volte, vanno a Veltroni padre («fu lui ad affidarmi la prima trasmissione televisiva, gli altri avevano paura di andare davanti alle telecamere), a Berlusconi (citato in dosi industriali «ogni mattina mi alzo, guardo la grande antenna della Rai e faccio un inchino ma poi passo davanti a un quadro che raffigura Silvio e allora gli dico grazie, mi ha dato il benessere» e, infine, Dio, che gli ha dato la grazia di superare le sofferenze della prigionia a San Vittore e nei campi di concentramento: «Pensate che a New York guadagnavo venticinque dollari alla settimana, la stanza, che era la mia casa, costava otto dollari, cinque li spedivo a mia madre in Italia, dodici mi servivano per vivere, un panino costava 10 centesimi, una coca 5 e una fetta di apple pie (da noi torta di mele) sempre 5. In Rai ero arrivato a ottocentomila lire a puntata, in un anno qualcosa come venticinque milioni, eravamo nel Settantasette. Poi Berlusconi mi telefona e mi convoca al ristorante, club 44 o 42 non mi ricordo. Sapete quanto mi offrì? Seicento milioni! E io: in quanti anni? No, fa lui, all’anno. Grazie, Silvio, peccato non sia qui, ha l’influenza, mi ha telefonato un minuto prima che io salissi sul palco».
Gentiloni ride, forse per la telefonata, forse per l’offerta da seicento milioni, forse per l’influenza che ha colpito il capo dell’opposizione, Intini, anch’egli tra i figuranti, ha annunciato di essersi levato all’alba pur di raggiungere dalla capitale Milano ma se l’è svignata dopo aver invitato gli studenti ad avere una «vision» per il futuro, concetto ripetuto un’altra volta da uno che in fatto di «vision» si era portato avanti con gli studi politici.
Mike Bongiorno, laureato e dunque di ogni addobbato, ha preso il microfono e se non fosse arrivata l’ora della pausa pranzo avrebbe continuato a dire, ricordare e promuovere. Sì, avete letto bene. Ha accarezzato la moglie Daniela, presente in platea, con lei Micki e Niccolò che fanno parte ormai dell’azienda, e ribadito almeno quattro volte che l’ultimo erede, Leonardo, diciottenne, aveva perso l’aereo a Londra e dunque, avendo perso l’aereo, e allora dopo che aveva perso l’aereo. Un saluto al collega Giovanni Rana (tradotto da Fiorello «John Frog»), infilatosi nel pubblico: «Ti ho insegnato io a fare pubblicità», un invito a Confalonieri. «È ora di aumentarmi lo stipendio», un appello a tutti: «Se volete fare un bel regalo di Natale perché non comprate il mio libro, costa soltanto sedici euro», e voilà ha tirato fuori dalla toga il volume, mostrandolo ai fotografi.

Fiorello è salito sul palco per un bacio forte e un invito: «Ho una cosa vera da dirvi, non posso esimermi: perché non comprate il libro di Mike? Costa soltanto...». Applausi, risate. Poi Dr. Mike ha chiamato a sé Fedele Confalonieri e Gentiloni: «Per favore stringetevi la mano, fate pace. Allegria».
Dottor Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, cento di questi anni.

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