«Allenare il Grifo? Magari... Ma non m’hanno chiamato»

Vincenzo Torrente, lo ricordate, una delle «bandiere» (forse l’ultima) del vecchio Grifo, è oggi alla ribalta del calcio italiano. Ha portato il suo Gubbio (con il direttore sportivo Gigi Simoni, altro indimenticabile mister rossoblù) alla serie B. Un successo sofferto, ma meritato. E Torrente, da qualche giorno, è entrato sul mercato degli allenatori. Insomma, una carriera iniziata con sette anni di «giovanili» del Genoa, poi via via, verso traguardi sempre migliori. Ed ora addirittura il suo nome fra i possibili «mister» di panchine illustri.
Soddisfatto Torrente?
«Molto. Dopo due anni ecco una promozione che mi riempie di gioia perché ho raggiunto uno dei tanti traguardi importanti per un allenatore».
Subito sei entrato nel novero di possibili allenatori di squadre della massima serie.
«Andiamo cauti. Al Gubbio ho avuto le mie prime grandi soddisfazioni, ora vedremo cosa accadrà».
Il Gubbio ti ha riconfermato?
«Sono in scadenza di contratto. Certo penso che mi riproporrà la panchina. Ma, al momento, sto valutando se nasceranno proposte diversificate».
Si parla addirittura del Palermo...
«Vedremo, vedremo...».
Ma qualcuno ha anche parlato di Genoa. Ti piacerebbe?
«A Genova ho lasciato molto di me stesso. Ma al momento non ho avuto alcun contatto».
Dici sul serio?
«Dico sul serio. Penso che sia una possibilità inesistente».
Eppure Preziosi, che sembrava orientato suoi Rossi, Malesani, Sannino, etc. ha detto «Vi stupirò». Potresti essere tu la sorpresa...
«Sarebbe una sorpresa anche per me. Ripeto, al momento, proprio nessun contatto. Ma se domani... Sai come va il calcio...».
Se rimani al Gubbio, secondo i maligni genoani, il prossimo anno incontrerai la Sampdoria...
«Calma, calma... Ci sono ancora due partite. Mai nel calcio dare le cose per scontate. Può ancora succedere di tutto. E poi sarebbe bello per me arrivare alla A...».


La B è molto diversa dalla A? Tu hai avuto molte esperienze in serie inferiore.
«Totalmente diversa. Come mentalità, come ambiente, come pubblico, come approccio ai problemi umani. Ma ripeto, io non sono convinto che la Samp scenda in B. Non è la peggiore delle retrocedenti».

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