Il complesso post-industriale ExMarmi a Pietrasanta, cantiere per le arti sceniche, aprirà i suoi imponenti spazi al dialogo con l'arte contemporanea il 3 luglio con la mostra personale di Thomas Gillespie, artista che vive tra Londra e Levadia in Grecia.
Curata da Marina Fokidis, l'esposizione di grandi tele di Gillespie dà il via al programma di mostre, concentrate soprattutto nel periodo estivo, pensate in collaborazione con la Galleria Poggiali e Forconi di Firenze appositamente per lo spazio nel quale convivono le dimensioni della fabbrica con l'esperienza della messa in scena teatrale.
I lavori in mostra, quadri e interventi installativi tutti appositamente concepiti per l'occasione, sono accomunati dalla riflessione sull'attuale società del "grande fratello", predetta da George Orwell. L'esigenza di "controllo" che anima il mondo globalizzato è causata dal nuovo uso dei mezzi di comunicazione che testimoniano le nostre azioni "in tempo reale". Questa condizione di perdita di privacy però è solo un sintomo della richiesta attuale del cittadino di sentirsi al sicuro in un mondo in cui la minaccia è suggerita come condizione permanente e costante. Adesso, pi_ che mai, appare evidente che la paura è un ottimo deterrente per la democrazia.
Il nuovo ciclo di quadri, parte centrale del progetto, è costituito da vedute di strade anonime di sobborghi di Londra. Questi, documentati sul campo in prima persona dall'artista con disegni preparatori, sono poi "riletti" e "rivissuti/trasformati" con il suo particolare tipo di pittura al limite tra la manifestazione della forma visiva e la sua liquefazione sulla superficie. In questo caso però la sua ricerca formale e l'indagine della realtà lo portano a realizzare quadri in cui la sospensione temporale è molto forte e dove è presente la sensazione voyeristica di chi osserva oltre la finestra o quella di essere spiati. Per questo il confronto con gli strumenti propri delle atmosfere dei film noir anni quaranta o con certa metafisica visionaria data dalla luce che squarcia il silenzio della notte, tipica dei quadri di Edward Hopper, appare così pregnante. Nei quadri di Thomas Gillespie rimane l'interrogativo su cosa stia accadendo al di là delle facciate delle case insieme alla sensazione che qualcosa stia per succedere o che tutto si sia già compiuto.
Come dice l'artista stesso: "Al momento sto lavorando su dipinti con immagini tipiche di zone residenziali in Inghilterra. Si tratta di villette a schiera che possono dare l'illusione di camminare sempre davanti alla stessa casa in eterno. Con queste opere voglio creare la sensazione che gli spettatori siano osservati o seguiti- L'atmosfera che regnerà nella mostra sarà quello di un senso di agguato dal buio della notte, un buio che è interrotto solo dalla luce dei lampioni. Il senso psicologico che voglio creare sarà molto importante ma allo stesso tempo ci tengo a precisare che per me è anche una celebrazione della materia della fisicità delle immagini, ovvero di come agisce il materiale pittura sulla tela. Questo è un aspetto molto interessante perchÈ la nostra è un'epoca in cui le immagini della realtà sono accessibili a tutti. Allo stesso tempo questa illusione di libertà fa percepire tutte le immagini simili tra loro così come risultano i centri suburbani prodotti dagli anni sessanta Il titolo della mostra Unknown subject rimanda a un termine usato dalle forze dell'ordine per descrivere un sospetto la cui identità non è nota. Mi interessa questa condizione di sospensione...naturalmente dei soggetti non identificati possiamo sentire solo la loro presenza visto che nei miei quadri abbiamo solo immagini di case senza nome e l'effimera luce spettrale che si irradia dalle loro finestre La mostra a Pietrasanta vedrà un incontro tra l'aspetto di pericolo che si nasconde nei vicoli bui presenti nei quadri con quello della piazza evocato dall'allestimento e che storicamente è il luogo dell'incontro e del mostrarsi".
Il Libro, dal titolo "Unknown subject" a cura di Lorenzo Bruni, pubblicato per l'occasione, raccoglie le opere presentate per la mostra a Pietrasanta, i cicli precedenti inclusi i collage ispirati a situazioni della vita quotidiana inglese.
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