«Alloggi affidati senza trasparenza»

«Ho tutte le ragioni per dire che esiste un’assegnazione non trasparente degli alloggi popolari». Al termine del sopralluogo della commissione sicurezza in via Padre Luigi Monti, la via del racket delle occupazioni abusive, Aldo Brandirali, presidente della commissione Politiche sociali, affonda il colpo. E di fronte alla situazione di abbandono e degrado in cui è stata lasciata la zona, ammette senza mezzi termini l’esistenza di un malgoverno e cattiva gestione dell’amministrazione che dura da anni. Dall’82 almeno. Di più: c’è una zona grigia, un secondo elenco nascosto - dice Brandirali - sulla situazione reale e più critica degli appartamenti che sfugge al controllo del consiglio comunale. «Se non si conosce il dato aggiornato sugli alloggi, come si fa ad intervenire per risolvere le situazioni?». In sostanza, l’amministrazione non ha mai avuto le liste degli appartamenti disponibili. «Nelle commissioni assegnazioni alloggi arrivavano solo quelli dichiarati liberi. Ogni membro, tra associazioni corporative e assessori, aveva i propri nomi da piazzare e contrattava. In questo c’era una concertazione». Anche perché l’assegnazione delle case era un modo per prendere voti. Ma il problema non è questo. «Il punto è che c’è un altro elenco che in quelle commissioni non passava mai». Grazie al quale le assegnazioni avvenivano in modo diretto senza il benestare della commissione. La lista ufficiale avrebbe dovuto tenerla il Demanio, ma non si è mai riusciti ad ottenerne una pulita e aggiornata. «Se si rende pubblico l’elenco, si può paragonarlo con le decisioni di assegnazione.

La prima cosa da fare è rendere cosciente tutto il Comune degli appartamenti liberi che ci sono». L’amministrazione non è stata in grado di esercitare in pieno la sua funzione e il lavoro da fare, conclude Brandirali, sarà davvero tanto.

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