I dati del primo semestre 2010 confermano lo storico sorpasso avvenuto una mezza dozzina di anni fa: oltre la metà dei richiedenti una casa popolare in città è di origine straniera. Anzi extracomunitaria. Dati ufficiali, pubblicati in questi giorni sul sito del Comune che puntualizza come il 54 per cento delle 18.236 domande in giacenza arrivi da cittadini non europei. E che larretrato aumenta con una media di 2mila unità allanno. Ma anche come, per far fronte allesigenza abitativa, il Comune abbia previsto nel piano casa di 12mila nuovi alloggi.
Milano da anni si è stabilizzata attorno al milione e 300mila abitanti, anche perché la progressiva emorragia di italiani è stata compensata dallarrivo di 200mila stranieri. Di questi, 27mila arrivano dallUnione europea, mentre oltre 170mila sono extracomunitari. In dettaglio: 16.860 da Paesi Europei non Ue, 44.456 dallAfrica, 40.329 dalle Americhe, 79.977 dallAsia. Tanti, italiani e stranieri, sono indigenti o comunque ai limiti della soglia di povertà. E per questo, tradizionalmente, Stato e Comune hanno da sempre provveduto a realizzare case pubbliche da affittare a prezzi politici. Un patrimonio che attualmente in città tocca quota 90mila. Molti appartamenti però non sono disponibili perché occupati abusivamente (circa 4mila), altri perché in pessime condizioni o fuori dai canoni minimi abitatativi. Ci sono infatti ancora alloggi realizzati dopo la Grande Guerra che non arrivano a 30 metri quadrati.
Ogni anno, tra nuovi, risanati o liberati dai vecchi inquilini, vengono immessi sul mercato circa 2mila appartamenti, a fronte però di una domanda annua di 4mila. La differenza va così a incrementare una giacenza che attualmente tocca quota 18.236 e di questi 9.848 appunto, pari al 54 per cento, sono extracomunitari. Il sorpasso, precisano ancora i dati, è avvenuto intorno alla metà di questo decennio ed è andato a confermarsi anno dopo anno.
Alloggi popolari: dagli extracomunitari un richiesta su due
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