Almunia lancia l’allarme: «Ora rischiamo la crisi»

da Milano

Il mix è di quelli micidiali: alta inflazione accompagnata a un’espansione economica modesta, se non addirittura stagnante. Insomma, peggio di un recessione. Crisi, per dirla con una parola sola, chiara e brutale. È questa l’espressione che il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha usato ieri davanti all’Europarlamento, mostrando preoccupazione tanto per il recente picco dei prezzi al consumo in ottobre (2,6%), nettamente al di sopra del limite di tolleranza della Bce (2%), quanto per le ripercussioni alla crescita che possono derivare dal virus dei mutui sub prime, nonché per il rallentamento nel processo di riaggiustamento dei conti pubblici che coinvolge alcuni Paesi dell’Unione, tra cui anche l’Italia.
«I rischi di un aumento dell’inflazione, insieme con quelli legati a una crescita debole e vulnerabile potrebbero portare a una crisi», ha detto senza mezzi termini il commissario Ue. Non potendo agire sulla variabile costituita dalle quotazioni del petrolio, tornate ieri sopra i 98 dollari, Almunia ha invitato l’Europa ad adottare «politiche economiche adeguate, a partire dall’evoluzione salariale che deve sempre rimanere in linea con la produttività», non mostrandosi tuttavia tranquillo sull’evoluzione del quadro congiunturale. «Le ultime previsioni sul Pil 2008 non sono per niente ottimistiche - ha spiegato -. Il rischio di un rallentamento è ora maggiore, e non possiamo dare la crescita per scontata, ma dobbiamo mantenerla costante creando le condizioni per questo».
Parole che danno la misura di un quadro in rapido deterioramento, tale da rendere difficile il compito della Bce, costretta dall’estate scorsa a mettere la sordina al proprio orientamento restrittivo in materia di tassi. Questo peggioramento impone inoltre, secondo il commissario Ue, una disciplina ancora più rigorosa nel controllo delle finanze pubbliche e il rispetto degli impegni presi per quanto riguarda il pareggio di bilancio, traguardo ancora lontano per l’Italia.

«Purtroppo - ha rilevato Almunia - nonostante le preoccupazioni sulla crescita, un aspetto negativo è che da alcuni Paesi non ci aspettiamo un prosieguo degli sforzi per risanare il bilancio». Questo - ha aggiunto - nonostante che «Italia e Portogallo concluderanno il 2007 senza deficit eccessivo».

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