Alta tensione Ucina-Fiera, riqualificazione o divorzio

Alta tensione Ucina-Fiera, riqualificazione o divorzio

GenovaFinalmente lo ha capito anche l'azionista di riferimento della Spa pubblica Fiera di Genova, ovvero il sindaco Marco Doria: il Nautico potrebbe dare l'addio alla città e fare rotta verso altri lidi. Causa format superato dagli eventi in fatto di costi, durata della rassegna e, nuove esigenze di un mercato "ridisegnato" dalla crisi.
Torna prepotentemente alla ribalta il problema che Ucina-Confindustria Nautica denuncia da tempo. Un problema datato che non ammette più deroghe, rinvii e ripensamenti, soprattutto a ridosso della scadenza del contratto (31 dicembre 2013) che lega il Salone a Fiera di Genova. Occorre agire, in fretta, e soprattutto con giudizio. Il Salone può e deve rimanere sotto la Lanterna, ma a una sola condizione: meno spazi a terra - bastano e avanzano il Padiglione Blu e la tensostruttura - e più ampi sbocchi in mare. Evidentemente non parliamo di uno sbarco su Marte, ma di un rivisitazione urgente, razionale, concreta e fattibile, basata su un nuovo modello di evento: emozionale ed esperienziale. E tanto per non lasciare nulla al caso, Ucina - alle prese con il pressing degli Associati - ha affidato il suo percorso di riflessione al supporto della progettazione del Politecnico di Milano, all' Università di Genova - Osservatorio Nautico Nazionale, al Cermes Bocconi.
Molto attesi, quindi, risultati e indicazioni che determineranno le future strategie.
Dice Marina Stella, direttore generale di Ucina-Confindustria Nautica: «Subito dopo il Salone abbiamo organizzato sette Tavoli di lavoro con i rappresentanti dei diversi gruppi merceologici per raccogliere riflessioni e proposte. Un confronto serrato dal quale è emerso chiaramente un indirizzo univoco: maggiori spazi in acqua e riqualificazione dell'esposizione. Spazi in acqua sia per contenere i costi sia per sfruttare le peculiarità positive della città. L'abbattimento dei costi è uno degli obiettivi principali perché com'è noto sono cambiate le esigenze del mercato e delle aziende che non possono più investire come qualche anno fa. Le manifestazioni fieristiche hanno avuto un grande ruolo per la relazione con i mercati e le esportazioni ma si sono modificate le imprese e le loro necessità, che le vedono sempre più impegnate nella partecipazione ad eventi fieristici nei Paesi di recente sviluppo. Questo porterà necessariamente a una concentrazione degli eventi fieristici in Europa su hub espositivi internazionali ed efficienti. Pertanto la riqualificazione delle aree espositive dedicate alla manifestazione è una delle richieste più pressanti. Oggi parliamo di una piattaforma di servizi fieristici che sta perdendo i pezzi. Nonostante tutto, sia chiaro, noi intendiamo prima di tutto far ragionare le aziende sulla location sulla quale abbiamo investito per 52 anni. Proprio per questo abbiamo voluto supportare le nostre valutazioni con il contributo tecnico del Politecnico di Milano, che ha elaborato riprogettazione degli spazi dedicati al Nautico all'interno del quartiere fieristico con una proposta dalle linee innovative e con una proiezione espositiva sull'acqua e con una concentrazione delle superfici a terra ne Padiglione B e nella Tensostruttura a mare ».
Si aprono, però, nuovi scenari con vista sul 2014. Scenari, tuttavia, che vanno valutati attentamente fin nei minimi dettagli. Perché dietro l'angolo potrebbe esserci la frammentazione dell'intero settore.
«Certo - aggiunge Stella - le aziende hanno chiesto all'Associazione di ragionare per gli anni futuri anche su altre location (Viareggio e La Spezia, ndr) sempre con il supporto del Politecnico di Milano per la parte progettuale e dell'Osservatorio Nautico Nazionale per gli studi su ricettività, viabilità e infrastrutture. Con la consapevolezza, in ogni caso, che vogliamo restare uniti. Una eventuale frammentazione farebbe solo male al settore. Il compito-dovere di Ucina è quello di trovare uno strumento di sintesi, il più efficace e di lungo periodo per le nostre aziende. Una rassegna non solo di prodotto, ma sempre più esperienziale, aperta ai servizi, al turismo nautico. Ma con attenzione costante a liberare risorse da investire su altri tipi di eventi comunque mirati alla promozione della cultura del mare sul territorio».
All'inizio dicevamo dell'intervento del sindaco di Genova. In una lettera indirizzata a Ucina, Marco Doria offre la piena disponibilità del Comune a risolvere i problemi tra Fiera e Confindustria Nautica: . «Devono lavorare insieme - per il Nautico 2013 che, secondo le indicazioni degli operatori, deve essere diverso dai saloni del passato, con meno spazi a terra, più proiezione sul mare, magari anche meno lungo nel tempo, non i classici 9 giorni, ma con un solo weekend, e anche meno costoso per gli espositori».
Va, quindi, a cominciare un anno-ponte, un 2013 aperto a tutte le soluzioni possibili. Divorzio compreso.
«Dai sette tavoli - dice Alessandro Campagna, direttore commerciale di Ucina - è venuto fuori un minimo comune denominatore, vale a dire la necessità cercare nuove formule espositive che consentano innanzitutto di abbassare i costi - sia diretti sia indiretti - e che abbiano comunque un contesto espositivo allineato al prodotto. Insomma, il Nautico deve cambiare pelle, a partire dalla prossima edizione. In una ipotetica fotografia si potrebbero vedere le due aree a terra: il Padiglione Blu e il piazzale marina coperto (tensostruttura). Tutto il resto in acqua, habitat naturale della barca. E se vogliamo un contenitore d'eccellenza, infine, è indispensabile spostare l'ingresso immediatamente alle spalle della tensostruttura».
Quali indicazioni arrivano dagli studi voluti da Ucina? Il professor Gian Marco Ugolini, fedele al riserbo professionale - come del resto la professoressa Francesca Golfetto - perché «il lavoro non è ancora finito», prova a darci un quadro generale: «Noi - dice - ci siamo concentrati sulle esigenze di Ucina, degli espositori, dell'ente che organizza tecnicamente il Salone e dei visitatori, dai compratori ai probabili diportisti, fino a tutti gli altri. Accessibilità, accoglienza, ristorazione, caratteristiche qualitative dell'area e quindi delle strutture ospitanti, sale per i convegni adiacenti all'area espositiva e contesto culturale della città.

Sono queste le variabili che abbiamo preso in considerazione, il campo di analisi che stiamo esplorando per individuare altre ipotetiche location. Solo così possiamo stabilire i punti di forza e quelli più deboli di ciascuna alternativa. Certamente una soluzione bisogna trovarla, e anche in fretta».

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