Politica

Le altre famiglie hanno paura: «Cedete»

«Liberate Maria!»: è un coro unanime, inviato direttamente ai genitori affidatari della bambina bielorussa «sequestrata», quello che sale dalla stanza dove sono riuniti gli aderenti all’Avib, l’Associazione di volontariato per la Bielorussia. Che insistono: «Preghiamo i coniugi Giusto di lasciare al più presto Maria a chi legalmente deve prendersene cura, viste anche le rassicurazioni che le istituzioni italiane e bielorusse hanno dato loro più volte, cioè di poter seguire la bambina per il suo bene insieme anche a specialisti italiani». A farsi portavoce degli organismi che si oppongono all’iniziativa assunta dalla famiglia genovese per impedire il ritorno di Maria nell’inferno dell’orfanotrofio di Vileika è Antonio Bianchi, il presidente della Federazione Avib. Che rinnova l’appello a Maria Chiara Bornacin e Alessandro Giusto, la coppia che da 10 giorni sta nascondendo la bambina: «Lasciatela tornare nel suo Paese d’origine».
Le associazioni di volontariato di Genova e delle altre province, insieme ad altre arrivate a Genova ieri da diverse regioni italiane, si sono riunite alla sala Chiamata del porto, e hanno ribadito ufficialmente «tutta la loro preoccupazione in merito agli effetti negativi di questa vicenda sulle adozioni internazionali, sugli affidi e sui soggiorni estivi. «Noi - hanno insistito i partecipanti all’incontro - siamo preoccupati soprattutto per la bambina che, per quanto ne sappiamo, non è seguita da nessuno specialista». Aggiunge Bianchi: «L’altra grossa preoccupazione sono i rapporti con le istituzioni bielorusse che potrebbero essere incrinati. Quindi il diritto di migliaia di famiglie italiane di accogliere temporaneamente dei bambini viene loro negato per un atto singolo di egoismo. «I bambini sono bielorussi - tiene ancora a precisare Bianchi -. Quindi senza un preciso iter per l'adozione, devono vivere nel loro Paese. Per quanto riguarda i maltrattamenti - è il giudizio drastico, senza tentennamenti, del presidente dell’Avib - fino al 7 di settembre (giorno dell'ordinanza del Tribunale dei minori) noi siamo stati al fianco della famiglia Giusto e abbiamo fatto la nostra parte sia a Roma sia a Minsk perché la bambina avesse le migliori cure possibili. Ma dalle ore 17 dell'8 settembre (quando lei è scomparsa) la famiglia Giusto è entrata in uno stato di illegalità e questo non possiamo condividerlo né avallarlo».
Insomma, le famiglie aderenti alle Associazioni di volontariato italiane per la Bielorussia, dopo un ampio dibattito, non hanno dubbi: Maria deve essere restituita dalla coppia genovese, altrimenti gli altri bambini bielorussi non potranno venire a Natale in Italia. Vengono evocate le cifre del «movimento»: ogni anno arrivano dalla Bielorussia 25-30mila bambini e - precisa Bianchi - «di questi, circa 600-700 sono in attesa di adozione». In particolare, 150 domande sarebbero bloccate dal 2003, «ma speriamo che possano essere vagliate entro il 2006. La nostra preoccupazione - conclude il presidente - è che rimangano congelate per il caso Maria, come hanno minacciato le autorità del Paese. Chiediamo perciò al Governo che venga tutelato il nostro diritto di accogliere i bambini nei prossimi mesi». Alla riunione ha partecipato anche l'ambasciatore bielorusso Aleksej Skripko, secondo cui «una volta risolta la vicenda di Maria le frontiere della Bielorussia si riapriranno».

In serata, l’ultima freccia scagliata contro i genitori affidatari: il consiglio di presidenza di Avib conferma di aver deciso all’unanimità di incaricare un legale per valutare se ci sono gli estremi perché la Federazione, pur non costituendosi parte civile contro i coniugi Giusto, valuti la possibilità di una richiesta di risarcimento danni, da usare «per inviare aiuti umanitari all’orfanotrofio di Veleika».

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